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I babbuini selvatici non si riconoscono allo specchio: il test del segno svela i limiti della loro consapevolezza

By Sabrina Verdi
Published 1 Febbraio 2025
5 Min Read
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Contents
Il test del segno e la consapevolezza di séL’esperimento con i babbuini in NamibiaLa reazione dei babbuini allo specchioBabbuini e specchi: comprensione limitata o assenza di consapevolezza di sé?Un nuovo approccio alla consapevolezza di sé

Uno studio innovativo condotto nel Tsaobis Nature Park in Namibia ha rivelato che i babbuini chacma (Papio ursinus), pur essendo incuriositi dagli specchi, non mostrano segni di autoriconoscimento. La ricerca, pubblicata su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, evidenzia come questi primati non reagiscano alla presenza di un segno laser sul loro viso mentre si guardano in uno specchio, suggerendo che la loro consapevolezza di sé sia limitata o inesistente.

Il test del segno e la consapevolezza di sé

Il test del segno è un esperimento utilizzato per determinare se un animale sia in grado di riconoscersi allo specchio. L’animale viene esposto a uno specchio dopo che un segno è stato applicato in un punto del corpo che normalmente non può vedere. Se l’animale tocca il segno sul proprio corpo dopo averlo osservato nello specchio, dimostra di capire che il riflesso è il proprio.

Studi precedenti hanno dimostrato che alcuni primati, come scimpanzé, bonobo e oranghi, superano questo test in laboratorio. Anche altre specie, tra cui elefanti asiatici, delfini e il labro pulitore, hanno mostrato capacità di riconoscimento. Tuttavia, nei macachi rhesus, questa abilità emerge solo dopo un periodo di addestramento.

L’esperimento con i babbuini in Namibia

Fino a oggi, nessuno aveva mai testato il riconoscimento di sé in primati completamente selvatici. Per colmare questa lacuna, un gruppo di ricercatori guidato dall’antropologa evoluzionista Alecia Carter dell’University College London ha condotto un esperimento nel Tsaobis Nature Park.

I ricercatori hanno installato due grandi specchi vicino a punti d’acqua frequentati da due gruppi di babbuini chacma e hanno osservato il loro comportamento per cinque mesi. Durante l’esperimento, gli scienziati puntavano un laser sulla guancia o sull’orecchio degli animali mentre questi fissavano il proprio riflesso, registrando le loro reazioni. Per verificare che i babbuini notassero il segno, il laser veniva anche proiettato su altre parti del corpo, come braccia e gambe, facilmente visibili senza l’uso dello specchio.

La reazione dei babbuini allo specchio

I babbuini si sono mostrati affascinati dallo specchio. Secondo Carter, si mettevano persino “in fila” per osservarlo. Inoltre, reagivano prontamente al laser quando veniva proiettato su parti del corpo visibili, toccando il punto nel 64% dei casi. Tuttavia, la risposta era drasticamente diversa quando il laser veniva proiettato sul viso mentre si guardavano nello specchio. Su 51 babbuini, solo uno ha mostrato una reazione, e solo una volta.

Alcuni babbuini sembravano notare il segno nello specchio, ma non toccavano il proprio viso, un comportamento che suggerisce che non associassero il riflesso alla propria immagine.

Babbuini e specchi: comprensione limitata o assenza di consapevolezza di sé?

Secondo il primatologo James Anderson dell’Università di Kyoto, i risultati confermano che i primati non antropomorfi non si riconoscono allo specchio. Nei laboratori, i macachi rhesus addestrati imparano a usare gli specchi per esaminare i propri genitali, un comportamento che indica una certa comprensione del riflesso. Tuttavia, i babbuini selvatici non hanno mostrato alcun interesse nell’utilizzare lo specchio per osservare il proprio corpo.

Un’altra possibile spiegazione, avanzata dal sociologo animale Masanori Kohda dell’Università Metropolitana di Osaka, riguarda il modo in cui i babbuini percepiscono il segno laser. Poiché il punto luminoso non segue i movimenti dell’animale, potrebbe apparire come un riflesso nello specchio piuttosto che come un segno sul proprio viso.

Un nuovo approccio alla consapevolezza di sé

L’esperimento suggerisce che la consapevolezza di sé potrebbe esistere su uno spettro, piuttosto che essere una capacità binaria del tipo “presente o assente”. Secondo la psicologa Lindsay Murray dell’Università di Chester, negli esseri umani la consapevolezza di sé emerge gradualmente: solo il 65% dei bambini di due anni supera il test del segno.

Questa ricerca apre nuove prospettive sul modo in cui le diverse specie percepiscono se stesse e il mondo che le circonda. Come sottolinea Carter, mentre gli esseri umani danno grande importanza alla consapevolezza di sé, altre specie, come i babbuini, sembrano vivere perfettamente senza di essa.

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