Per quasi 140 anni, ogni 2 febbraio, a Punxsutawney, in Pennsylvania, si celebra un’antica tradizione: una marmotta di nome Phil emerge dalla sua tana per “prevedere” se l’inverno durerà altre sei settimane o se la primavera arriverà in anticipo. Questa usanza, resa celebre dal Giorno della Marmotta, è ormai parte del folklore americano, ma quanto è affidabile Phil come meteorologo?
La cattiva notizia è che la sua percentuale di successo è piuttosto bassa. Sebbene nel 2023 Phil abbia “azzeccato” la previsione di una primavera precoce, si tratta di un’eccezione. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), negli ultimi dieci anni le sue previsioni si sono rivelate corrette solo nel 30% dei casi. Insomma, se dovessimo affidarci alla marmotta per sapere che tempo farà, saremmo nei guai.
Ma se invece di guardare alle marmotte, ci affidassimo agli uccelli? Alcune specie sembrano possedere capacità straordinarie nel prevedere fenomeni atmosferici ben prima che la tecnologia moderna possa farlo.
Le paruline ali dorate e la fuga dai tornado
Uno degli esempi più affascinanti riguarda le paruline ali dorate, piccoli uccelli migratori che vivono in Nord America. Nel 2014, un gruppo di ricercatori che monitorava questi volatili nelle montagne del Tennessee notò qualcosa di insolito: gli uccelli abbandonarono improvvisamente i loro territori di riproduzione, ben al di fuori della normale stagione migratoria.
Solo due giorni dopo, un devastante sistema di tempeste colpì la regione, generando ben 84 tornado. Gli scienziati rimasero sbalorditi: come avevano fatto le paruline a prevedere la catastrofe?
Henry Streby, il capo del team di ricerca, spiegò che, sebbene fosse noto che gli uccelli potessero modificare le loro rotte migratorie per evitare condizioni avverse, era la prima volta che veniva documentata una fuga anticipata da una tempesta fuori stagione. “Le paruline hanno volato almeno 1.500 chilometri per evitare il maltempo e sono tornate non appena la tempesta si è placata”, raccontò Streby.
La spiegazione più plausibile è che questi uccelli possano percepire gli infrasuoni, cioè suoni a bassa frequenza (sotto i 20 Hertz), impercettibili per l’orecchio umano, ma generati da sistemi meteorologici su larga scala. In altre parole, le paruline potrebbero aver “ascoltato” il segnale della tempesta in arrivo e deciso di mettersi in salvo.
Il veery e le previsioni della stagione degli uragani
Se la capacità delle paruline di rilevare tornado imminenti è sorprendente, quella del veery, un piccolo tordo nordamericano, è ancora più straordinaria. Questo uccello sembra essere in grado di prevedere l’intensità della stagione degli uragani atlantici con mesi di anticipo.
Nel 2019, l’ornitologo Christopher Heckscher pubblicò uno studio in cui dimostrò che la stagione riproduttiva del veery è più lunga negli anni in cui gli uragani sono meno violenti e più breve quando si prevede una stagione più intensa.
Secondo la sua ricerca, la deposizione delle uova e la dimensione delle covate nei mesi di maggio e giugno sono correlate in modo più preciso con la successiva stagione degli uragani rispetto alle previsioni meteorologiche ufficiali fornite dalla NOAA, dalla Colorado State University (CSU) e dal Tropical Storm Risk (TSR) prima di agosto.
Il motivo di questa capacità resta un mistero. “Non sappiamo ancora come facciano”, ammise Heckscher in un’intervista a Audubon Magazine. “Ma qualunque sia il meccanismo, il veery sembra esserne consapevole già a metà maggio“.
Forse, nel corso dell’evoluzione, questi uccelli hanno sviluppato una sorta di sesto senso per individuare i cambiamenti atmosferici globali, permettendo loro di anticipare il pericolo e adattare il loro ciclo riproduttivo di conseguenza.
Gli uccelli, i veri meteorologi della natura
Le capacità di previsione meteorologica degli uccelli potrebbero sembrare inspiegabili, ma la scienza sta iniziando a confermare che non si tratta di semplici coincidenze. Se le paruline possono percepire tempeste imminenti e il veery può prevedere l’intensità degli uragani mesi prima, forse dovremmo prestare più attenzione al comportamento degli animali per ottenere previsioni più accurate.
Insomma, Punxsutawney Phil potrebbe aver dominato per anni il folklore meteorologico, ma la scienza ci dice che gli uccelli potrebbero essere molto più affidabili nel prevedere il tempo.