L’azienda D-Orbit, specializzata nella logistica spaziale e con sede a Como, ha siglato un accordo con la società giapponese Pale Blue per testare in orbita un innovativo propulsore ionico a base d’acqua. Si tratta di una tecnologia rivoluzionaria destinata a rendere le missioni spaziali più sostenibili e sicure rispetto ai sistemi tradizionali.
Grazie a questo contratto di servizi di lancio, D-Orbit si occuperà della validazione in orbita di questi propulsori, integrandoli all’interno del proprio veicolo di trasferimento orbitale, l’Ion Satellite Carrier. Il contratto prevede la messa in funzione di due sistemi di propulsione che verranno lanciati nello spazio in due diverse missioni, programmate per giugno e ottobre 2025.
Una svolta per la propulsione spaziale
I propulsori ionici ad acqua sviluppati da Pale Blue rappresentano un’alternativa sicura, efficiente e sostenibile rispetto ai combustibili spaziali tradizionali. Questi sistemi, infatti, eliminano la necessità di stoccaggio ad alta pressione, riducendo i rischi legati all’uso di sostanze altamente reattive e migliorando al contempo le prestazioni dei veicoli spaziali.
D-Orbit ha sottolineato l’importanza di questa tecnologia in una nota ufficiale: “Questi sistemi a base d’acqua offrono un’alternativa sicura, economica e rispettosa dell’ambiente rispetto ai tradizionali propulsori spaziali, garantendo al contempo alti livelli di prestazioni”.
Collaborazione con il Giappone e espansione in Asia
Questa partnership segna un momento significativo per D-Orbit, che per la prima volta collabora con un’azienda giapponese. L’accordo sottolinea la strategia dell’azienda comasca di rafforzare la propria presenza nel mercato dell’Asia-Pacifico, un’area in forte espansione nel settore spaziale.
L’introduzione di propulsori più ecologici e sicuri potrebbe rappresentare un passo fondamentale per lo sviluppo di nuove missioni spaziali a basso impatto ambientale. Con l’avvicinarsi delle date di lancio, questa collaborazione tra Italia e Giappone sarà seguita con grande interesse dalla comunità scientifica e dall’industria aerospaziale globale.