Il cambiamento climatico sta mettendo a dura prova i corpi idrici del pianeta, alterando il ciclo dell’acqua e sconvolgendo i modelli meteorologici. Il 2024 è stato registrato come l’anno più caldo di sempre, e gli esperti temono che il fenomeno possa aggravarsi nei prossimi decenni. Molti dei più grandi laghi e bacini idrici del mondo si stanno prosciugando a un ritmo allarmante, con impatti devastanti sull’ambiente e sulle popolazioni locali.
Il Mar d’Aral: da immensa risorsa d’acqua a deserto salato
Uno degli esempi più drammatici è il Mar d’Aral, un tempo tra i più grandi laghi del mondo, ridotto ormai a una frazione della sua estensione originale. Secondo lo scienziato Fangfang Yao, ricercatore presso il Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences dell’Università del Colorado Boulder, nel 2016 il lago occupava meno del 10% della sua superficie del 1960. Il prosciugamento è stato accelerato non solo dal riscaldamento globale, ma anche dalla deviazione delle acque per scopi agricoli.
L’essiccazione del Mar d’Aral ha avuto conseguenze disastrose per l’ecosistema e le comunità locali. Il letto del lago ormai asciutto ha esposto enormi quantità di sedimenti tossici, contaminando l’aria e mettendo a rischio la salute della popolazione.
Il declino dei grandi bacini idrici del pianeta
Il Mar d’Aral non è l’unico lago a subire un rapido declino. Il Mar Caspio, il più grande bacino idrico interno del mondo, sta perdendo acqua a causa dell’aumento delle temperature e della diminuzione delle precipitazioni. Alcuni studi suggeriscono che, entro il 2100, il livello dell’acqua potrebbe abbassarsi di fino a 30 metri.
Anche il Lago Ciad, un tempo una delle maggiori riserve d’acqua dolce del pianeta, ha subito una drastica riduzione. Tra il 1963 e il 1990, il lago ha perso circa il 90% della sua superficie a causa di una prolungata siccità e dell’uso eccessivo dell’acqua per l’agricoltura.
Nel Sud America, il Lago Titicaca, il più grande bacino d’acqua dolce del continente, ha affrontato una grave crisi idrica tra il 2022 e il 2023, con un calo del livello dell’acqua di circa 50 centimetri. La siccità ha colpito duramente le comunità indigene che dipendono dal lago per la pesca, l’agricoltura e l’approvvigionamento di acqua potabile.
Il cambiamento climatico altera il ciclo dell’acqua
Gli scienziati avvertono che il cambiamento climatico sta accelerando l’evaporazione e riducendo i giorni di copertura di ghiaccio nei laghi delle regioni più fredde. Questo fenomeno porta a una maggiore perdita d’acqua, aumentando il rischio di prosciugamento.
Un altro problema crescente è la proliferazione delle fioriture algali tossiche, favorite dalle temperature elevate e dall’inquinamento. Queste fioriture possono ridurre i livelli di ossigeno nell’acqua, uccidendo i pesci e compromettendo l’ecosistema lacustre.
Il clima sempre più estremo porta inoltre a forti fluttuazioni nei livelli dei laghi, con periodi di grave siccità alternati a eventi di precipitazioni intense, che però spesso non riescono a compensare le perdite d’acqua a lungo termine.
I laghi prosciugati emettono gas serra
L’essiccazione dei bacini idrici non solo riduce le riserve d’acqua, ma può anche contribuire all’aumento delle emissioni di gas serra. Un esempio significativo è il Great Salt Lake, nello Utah, che ha perso circa il 70% della sua massa d’acqua. Nel 2024, uno studio ha rivelato che il lago prosciugato ha rilasciato circa 4,1 milioni di tonnellate di CO2 e altri gas serra, aggravando il riscaldamento globale.
In passato, si pensava che l’essiccazione del Great Salt Lake fosse dovuta principalmente all’uso eccessivo dell’acqua e alla deviazione dei fiumi che lo alimentano. Tuttavia, una ricerca recente suggerisce che l’aumento delle temperature, accelerando il tasso di evaporazione, potrebbe essere responsabile di un terzo del declino del lago.
La gestione dell’acqua diventa una sfida globale
Secondo uno studio pubblicato nel 2023, oltre il 50% dei grandi laghi naturali e bacini artificiali del mondo si stanno riducendo a partire dagli anni ’90. Questa crisi è il risultato di una combinazione di fattori: cambiamento climatico, uso umano intensivo e sedimentazione. Ogni anno, i bacini idrici del mondo perdono circa 22 gigatoni di acqua, una quantità enorme che minaccia la sicurezza idrica globale.
L’esperto Fangfang Yao sottolinea che circa un quarto della popolazione mondiale vive in aree dove i laghi stanno rapidamente diminuendo. Le cause principali di questa crisi sono tre: il riscaldamento globale, il consumo eccessivo di acqua e l’accumulo di sedimenti che riduce la capacità dei bacini idrici.
Le strategie per affrontare questa emergenza richiedono un cambiamento radicale nella gestione delle risorse idriche. Gli scienziati suggeriscono un approccio integrato che consideri il flusso dei fiumi, i laghi e le falde acquifere come parte di un unico sistema. Solo attraverso una gestione più sostenibile sarà possibile garantire il mantenimento dei livelli d’acqua necessari per le popolazioni e gli ecosistemi.