Un acceso dibattito sulla costruzione di impianti solari su terreni agricoli e forestali sta dividendo la Virginia. Con l’obiettivo di decarbonizzare la rete elettrica, il governo statale cerca di espandere l’energia rinnovabile, ma gli oppositori temono che la pianificazione locale venga messa in secondo piano.
Un nuovo organo di revisione per gli impianti energetici
La Commissione per la Regolazione delle Utility Elettriche (CEUR) ha recentemente approvato una proposta per la creazione del Virginia Energy Facility Review Board, un organo che valuterebbe i nuovi progetti solari. La prima versione del disegno di legge prevedeva un ruolo decisionale importante per questo consiglio, ma dopo una forte opposizione locale, il testo è stato rivisto per mantenere il controllo nelle mani delle comunità locali, pur imponendo loro di considerare gli obiettivi statali in materia di energia pulita.
Secondo Carrie Hearne, direttore esecutivo del CEUR, la nuova proposta cerca un equilibrio tra gli interessi di stato, comunità locali, sviluppatori e ambientalisti. Tuttavia, l’idea di un nuovo organo di revisione ha allarmato molte contee rurali, che temono un’invasione dello stato nella gestione del territorio agricolo.
Il piano di decarbonizzazione della Virginia
Il disegno di legge si inserisce nel quadro del Virginia Clean Economy Act (VCEA), approvato nel 2020, che impone di eliminare le emissioni di carbonio dalla rete elettrica entro il 2050. Due grandi utility elettriche, Dominion Energy e Appalachian Power Company, devono costruire rispettivamente 16.100 megawatt e 600 megawatt di impianti solari, oltre a sviluppare sistemi di accumulo di energia.
Tuttavia, la crescente opposizione locale ha portato a un aumento dei rifiuti delle proposte di impianti solari. Gli sviluppatori temono che, senza nuove misure, il VCEA non sarà rispettato.
Opposizione delle comunità locali
L’idea di un consiglio di revisione per decidere sulla localizzazione degli impianti solari ha diviso i politici della Virginia.
I Democratici, che controllano entrambe le camere, hanno sostenuto l’iniziativa, ma con modifiche per non intaccare l’autonomia locale. Don Scott, presidente della Camera dei Delegati, ha espresso riserve sulla prima versione del disegno di legge, ritenendola troppo centralizzata.
Dall’altro lato, il governatore repubblicano Glenn Youngkin si oppone all’espansione forzata dell’energia solare, affermando che le comunità locali devono avere l’ultima parola sulla gestione del territorio.
Calo delle approvazioni e rallentamento della transizione energetica
Dal 2016 al 2024, il tasso di approvazione dei progetti solari in Virginia è sceso dal 100% a meno del 50%, con un aumento dei rifiuti da meno del 10% al 40%. Nel 2022 sono stati approvati 3.000 megawatt di energia solare, mentre nel 2023 il numero è crollato a 1.000 megawatt.
Gli oppositori del solare citano preoccupazioni ambientali e di gestione del territorio. Alcuni accusano gli sviluppatori di non coinvolgere adeguatamente le comunità locali. Problemi come il deflusso delle acque piovane e l’erosione del suolo hanno già portato a multe per 158.000 dollari a una compagnia per violazioni ambientali.
Dall’altra parte, gli sviluppatori solari sottolineano che le fake news hanno alimentato l’opposizione, con affermazioni infondate su presunti danni ambientali, come la falsa teoria secondo cui le fattorie solari provocherebbero piogge acide.
Il nodo del consumo di suolo
Uno dei punti più critici riguarda la quantità di terreno agricolo e forestale destinata agli impianti solari.
Un megawatt di energia solare occupa in media 7,5 acri di terra. Secondo un rapporto della Virginia Commonwealth University, gli impianti solari hanno già occupato 13.842 acri, con il 90% installato su terreni coltivati, pascoli o foreste.
Tra il 2017 e il 2022, la Virginia ha perso 500.000 acri di terreno agricolo, non solo per il solare, ma anche a causa della scarsa redditività del settore e della mancanza di interesse dei giovani agricoltori.
Tuttavia, uno studio aggiornato suggerisce che anche con una forte crescita del solare, entro il 2035 esso occuperebbe solo il 3,1% dei terreni coltivati e lo 0,5% delle foreste.
Il dibattito è ulteriormente complicato dal concetto di agrivoltaico, ovvero l’uso combinato di agricoltura e solare, ma questa pratica è ancora poco diffusa e molti agricoltori rimangono scettici.
Il disegno di legge aggiornato: cosa cambierebbe?
Il nuovo testo della proposta di legge non prevede più un’ordinanza modello obbligatoria per tutti i progetti solari. Tuttavia, impone alle località di incorporare obiettivi di energia pulita nei loro piani di sviluppo e fornisce strumenti per una valutazione tecnica dei progetti prima dell’approvazione.
Uno degli aspetti più controversi è la possibilità per gli sviluppatori di fare ricorso contro un rifiuto locale se considerato irragionevole. In questo caso, la decisione finale spetterebbe a un tribunale, sollevando nuove preoccupazioni sulle autonomie locali.
Solare e profitti: una risorsa per gli agricoltori?
Un altro tema chiave è il reddito aggiuntivo che il solare può generare per i proprietari terrieri.
Secondo un sondaggio, il 63% dei residenti in Virginia ritiene che i governi locali non dovrebbero impedire agli agricoltori di affittare i loro terreni per impianti solari.
Un’indagine della Purdue University ha rivelato che il 48% degli agricoltori che affittano il loro terreno per il solare guadagna oltre 1.000 dollari all’anno per acro.
Inoltre, le leggi della Virginia consentono alle località di ricevere pagamenti fissi fino a 1.400 dollari per megawatt dagli impianti solari, con aumenti del 10% ogni cinque anni.
Un dibattito politico destinato a durare
Con le elezioni legislative del 2025 all’orizzonte, la questione dell’energia solare è diventata un tema chiave nella politica statale.
I Democratici cercano di espandere le rinnovabili senza alienarsi le comunità rurali, mentre i Repubblicani puntano sulla difesa dell’autonomia locale.
Il futuro del solare in Virginia dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra sviluppo sostenibile e tutela del territorio agricolo, un tema che potrebbe influenzare l’intero percorso della transizione energetica negli Stati Uniti.