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Inondazioni e cambiamento climatico: nuove strategie per proteggere la Pennsylvania sud-orientale

By Sabrina Verdi
Published 30 Gennaio 2025
6 Min Read
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Contents
L’uragano Ida e il risveglio sull’emergenza climaticaUn bacino idrografico sotto pressioneInterventi strutturali e strategie di mitigazioneChi finanzierà gli interventi contro le inondazioni?Verso un futuro più sicuro: la sfida della pianificazione ambientale

Le prospettive di inondazioni sempre più intense nel bacino idrografico del Brandywine, situato nella Pennsylvania sud-orientale, hanno portato gli esperti a chiedere misure più ampie per controllare il deflusso delle piogge, proteggere le comunità e aumentare la consapevolezza pubblica sui rischi climatici.

Uno studio sulle inondazioni, condotto dalla Brandywine Conservancy, dal Centro per le Risorse Idriche dell’Università del Delaware e da un’agenzia locale di gestione delle acque, ha evidenziato l’urgenza di ampliare gli spazi verdi per assorbire l’acqua prima che provochi allagamenti. Inoltre, il rapporto sottolinea la necessità di riparare o rimuovere ponti, dighe e tombini ormai obsoleti e di implementare infrastrutture verdi come giardini pluviali per migliorare la capacità di drenaggio.

L’uragano Ida e il risveglio sull’emergenza climatica

L’impulso per questo studio è arrivato dopo i danni devastanti causati dai resti dell’uragano Ida nel settembre 2021. La tempesta ha provocato inondazioni record nel Brandywine Creek, distruggendo infrastrutture e proprietà per un valore di 45 milioni di dollari e causando una vittima.

Ida è stata la più intensa di almeno dieci tempeste estreme che hanno colpito il bacino idrografico tra il 2003 e il 2021, un chiaro segnale dell’aumento della frequenza di eventi climatici estremi legati al riscaldamento globale. Durante la tempesta, il Brandywine Creek ha raggiunto un livello di 21 piedi a Chadds Ford, superando di quattro piedi il record precedente e dimostrando come le infrastrutture attuali non siano pronte a gestire flussi d’acqua così elevati.

Secondo gli esperti, quello osservato è stato un evento con una probabilità di accadere ogni 800 anni. Tuttavia, con l’aumento delle temperature globali, simili fenomeni potrebbero diventare più comuni, trasformando eventi eccezionali in rischi ricorrenti per le comunità locali.

Un bacino idrografico sotto pressione

Oltre il 90% del bacino idrografico del Brandywine si trova in Pennsylvania, con il restante in Delaware. Lo studio propone strategie basate su uno scenario pessimistico per il 2100, che prevede un evento meteorologico da 1.000 anni e un incremento della popolazione di 150.000 residenti, circa il 50% in più rispetto a oggi.

Secondo Grant DeCosta, della Brandywine Conservancy, anche un programma aggressivo di miglioramento infrastrutturale non basterà a eliminare completamente il rischio di inondazioni. Kate Hutelmyer, pianificatrice delle risorse idriche, ha sottolineato che oltre agli interventi strutturali, sarà essenziale un approccio basato su preparazione, sensibilizzazione e educazione, affinché le comunità possano ridurre i danni anche quando l’acqua non può essere fermata.

Interventi strutturali e strategie di mitigazione

Lo studio ha analizzato 291 ponti, dighe e tombini lungo il bacino del Brandywine Creek, scoprendo che il 60% delle strutture non è in grado di gestire il volume d’acqua previsto, aumentando il rischio di alluvioni nelle aree circostanti.

Tra le soluzioni più urgenti, il rapporto raccomanda:

  • L’ampliamento o la rimozione delle infrastrutture obsolete.
  • L’installazione di cartelli che mostrano i livelli d’acqua raggiunti durante Ida per sensibilizzare i residenti.
  • La creazione di sistemi di allerta precoce per avvisare la popolazione in caso di emergenza.
  • La conservazione di spazi aperti per migliorare l’assorbimento delle piogge.

Le misure non strutturali, come l’educazione pubblica e la pianificazione d’emergenza, possono essere attuate più rapidamente e a costi ridotti rispetto ai progetti infrastrutturali, offrendo vantaggi immediati alla popolazione.

Chi finanzierà gli interventi contro le inondazioni?

Il costo delle misure di protezione potrebbe raggiungere centinaia di milioni di dollari, provenienti da fondi federali, statali, locali e privati.

Jerry Kauffman, del Centro per le Risorse Idriche dell’Università del Delaware, ha sottolineato che parte delle risorse finanziarie è già disponibile grazie ai fondi infrastrutturali approvati dall’amministrazione Biden. Tuttavia, con il cambio di governo, l’accesso a questi finanziamenti potrebbe diventare più complesso, rendendo fondamentale il contributo delle risorse statali e locali.

Fonti di finanziamento potrebbero includere fondi per i trasporti, programmi di riabilitazione dei bacini idrografici, sovvenzioni ambientali e di mitigazione dei rischi, oltre a investimenti da parte di fondazioni private.

Verso un futuro più sicuro: la sfida della pianificazione ambientale

Il rapporto, dal costo di 374.000 dollari, è il risultato di un intenso confronto tra esperti e comunità locali. Gli autori hanno organizzato cinque incontri pubblici e hanno partecipato a circa 30 riunioni municipali, coinvolgendo cittadini e funzionari locali per garantire un’azione congiunta e consapevole.

Attualmente, il documento è sottoposto a revisione pubblica fino al 1° marzo e verrà finalizzato ad aprile. Il Dipartimento per la Protezione Ambientale della Pennsylvania sta esaminando le raccomandazioni per valutare come implementarle nel contesto delle strategie esistenti per la riduzione del rischio di inondazioni.

Il messaggio chiave degli esperti è chiaro: l’aumento delle temperature globali e l’intensificarsi delle precipitazioni richiedono azioni urgenti. La sfida è combinare interventi strutturali e piani di preparazione per proteggere la popolazione, ridurre i danni e garantire un futuro più sicuro alle comunità del Brandywine.

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