La città di Skellefteå, nel nord della Svezia, era stata salutata come la culla della rivoluzione delle batterie elettriche in Europa. Con i suoi 78.000 abitanti, questa località sul fiume ospita la fabbrica di punta della start-up Northvolt, fondata per produrre batterie elettriche alimentate esclusivamente da energia rinnovabile. Tuttavia, i recenti problemi finanziari dell’azienda hanno messo in dubbio il futuro di uno dei più grandi progetti industriali verdi del continente.
Una promessa di sostenibilità tradita dai debiti
Quando Northvolt ha inaugurato il suo impianto di Skellefteå nel 2022, le aspettative erano altissime. Con contratti multimiliardari firmati con aziende come BMW, Volkswagen e Scania, si prevedeva che la fabbrica diventasse un simbolo della transizione verde in Europa. Tuttavia, nel 2023 la situazione è drasticamente cambiata. L’azienda ha accumulato un debito di 5,8 miliardi di dollari e ha dichiarato bancarotta negli Stati Uniti, rallentando le sue operazioni globali. Più di 1.000 dipendenti dello stabilimento di Skellefteå hanno perso il lavoro, mentre circa un quarto della forza lavoro globale è stato licenziato.
Tra coloro che sono stati colpiti, il 43enne Justice Dey-Seshie, originario del Ghana, ha espresso la sua preoccupazione per il futuro. Dopo essersi trasferito a Skellefteå per lavorare presso Northvolt, ora teme di dover lasciare il paese se non riuscirà a trovare un nuovo impiego, essenziale per mantenere il permesso di soggiorno.
Cause del fallimento: una combinazione di fattori globali e interni
Gli analisti concordano sul fatto che la crisi di Northvolt sia stata causata da una serie di problemi. Madeleine Eriksson, docente dell’Università di Umeå, sottolinea come l’azienda abbia adottato una strategia troppo ambiziosa, presentandosi come una “salvatrice del pianeta” ma trascurando i rischi tipici di una start-up. Parallelamente, fattori esterni come il calo della domanda globale di veicoli elettrici e la concorrenza cinese, con prezzi significativamente più bassi, hanno aggravato la situazione.
A complicare le cose, aziende come BMW hanno abbandonato collaborazioni di alto valore. La mancata capacità di Northvolt di rispettare gli obiettivi di produzione ha portato a un crollo della fiducia degli investitori. La rapida espansione senza una solida base economica e una leadership instabile hanno ulteriormente alimentato il declino.
L’impatto sull’industria verde svedese
Il fallimento di Northvolt rappresenta un duro colpo per la Svezia, che si è costruita una reputazione come leader globale nelle tecnologie verdi. Il nord del paese, spesso definito la “Silicon Valley nordica della sostenibilità”, ospita altri importanti progetti innovativi, tra cui Hybrit e Stegra, che mirano a produrre acciaio privo di combustibili fossili. Tuttavia, la crisi di Northvolt ha sollevato dubbi sull’efficacia del modello svedese di sviluppo sostenibile.
Secondo Andreas Cervenka, commentatore economico del quotidiano svedese Aftonbladet, il crollo di Northvolt rischia di danneggiare il “marchio” svedese nel settore delle tecnologie verdi. Gli investitori internazionali potrebbero ora essere più cauti nel finanziare nuovi progetti nella regione. Joakim Nordin, CEO di Skellefteå Kraft, ha affermato che la cattiva pubblicità intorno alla crisi ha già avuto un impatto negativo sulla percezione internazionale della Svezia come leader della sostenibilità.
Un futuro incerto tra ambizioni e critiche
Nonostante le difficoltà, alcuni esperti sostengono che il fallimento di Northvolt non debba essere considerato una condanna per l’intera industria verde nordica. Eva Andersson, analista di Cleantech for Nordics, sottolinea che la Svezia continua a guidare il settore delle tecnologie pulite, con il 74% degli investimenti di venture capital destinato a start-up sostenibili, un dato significativamente superiore alla media europea.
Tuttavia, il governo svedese è stato criticato per la mancanza di supporto diretto a Northvolt. Mentre paesi come Cina e Stati Uniti investono massicciamente nelle industrie verdi, la coalizione di destra al potere in Svezia ha tagliato i sussidi per i veicoli elettrici e ridotto le tasse su benzina e diesel, decisioni che hanno suscitato polemiche sia a livello nazionale che internazionale.
Il ministro per gli Affari e l’Energia, Ebba Busch, ha minimizzato la crisi di Northvolt, definendola una “sfida europea” piuttosto che un problema svedese. Ha ribadito la necessità di un maggiore sostegno da parte dell’Unione Europea, ma ha escluso l’idea di un salvataggio da parte del governo svedese.
Opportunità future per il nord della Svezia
Nonostante il clima di incertezza, alcuni attori locali continuano a guardare al futuro con ottimismo. Skellefteå Kraft ha recentemente annunciato una partnership con la società olandese Sky NRG per la costruzione di un impianto di produzione di carburante per aerei privo di fossili entro il 2030. Joakim Nordin crede che le caratteristiche uniche della regione, come l’abbondanza di energia rinnovabile e i bassi costi dell’elettricità, continueranno ad attrarre investimenti.
“Anche se Northvolt ha avuto problemi, non dobbiamo dimenticare i vantaggi competitivi del nord della Svezia,” ha dichiarato Nordin. Tuttavia, resta da vedere se la regione potrà superare questa battuta d’arresto e riaffermarsi come leader della transizione verde in Europa.