Un fenomeno straordinario è stato osservato sull’isola di Bylot, nel remoto Artico canadese, dove il disgelo del permafrost ha portato alla luce un ghiaccio glaciale antichissimo, probabilmente uno dei più datati mai scoperti. Secondo i ricercatori, questo ghiaccio potrebbe risalire a 770.000 anni fa, offrendo una finestra unica sul clima del Pleistocene. La scoperta è stata riportata sulla rivista scientifica Geology il 1° gennaio e sta già attirando l’attenzione di geologi e climatologi.
Un’isola remota che racconta la storia del ghiaccio
La scoperta è avvenuta grazie a uno studio condotto sull’isola di Bylot, situata nel territorio di Nunavut, nel nord-est del Canada. Il team di ricercatori guidato dal geomorfologo Daniel Fortier dell’Università di Montreal ha documentato un ghiaccio stratificato e traslucido esposto da recenti frane innescate dal disgelo del permafrost. Questo ghiaccio giaceva sepolto appena sotto la superficie, sopra una foresta fossilizzata risalente a circa 2,8-2,4 milioni di anni fa, che rappresenta il substrato su cui il ghiacciaio si è formato.
Le analisi iniziali, compresa la datazione al radiocarbonio di materiale organico contenuto nel ghiaccio, hanno subito suggerito un’età superiore ai 60.000 anni, un risultato già eccezionale. Tuttavia, ulteriori ricerche hanno portato a una scoperta ancora più straordinaria: i sedimenti sovrastanti il ghiaccio contenevano minerali magnetici il cui allineamento corrispondeva a un’inversione del campo magnetico terrestre avvenuta circa 770.000 anni fa.
Ghiaccio glaciale e clima del Pleistocene
Il ghiaccio scoperto rappresenta un’opportunità unica per gli scienziati. Grazie alle bolle d’aria, ai composti chimici e alle particelle intrappolate negli strati, questo ghiaccio potrebbe fornire dati preziosi sulle atmosfere e sui climi che hanno caratterizzato l’epoca del primo Pleistocene. Si tratta di un periodo geologico segnato da cicli glaciali e interglaciali, con cambiamenti climatici che somigliano a quelli che il nostro pianeta potrebbe affrontare in futuro.
Secondo Fortier, studiare questo ghiaccio potrebbe aiutare a comprendere meglio le dinamiche del clima di lungo periodo e fornire indicazioni sui meccanismi di resilienza del permafrost, lo strato di terreno congelato che caratterizza molte regioni polari.
Una scoperta a rischio: il disgelo del permafrost
Nonostante l’importanza scientifica del ghiaccio millenario, il suo futuro è incerto. L’innalzamento delle temperature globali, causato dalle attività umane, sta accelerando lo scioglimento del permafrost in tutto l’Artico. La scoperta stessa è stata resa possibile proprio dal disgelo che ha provocato una frana, esponendo il ghiaccio sepolto.
Le proiezioni climatiche attuali indicano che il permafrost potrebbe scomparire in molte regioni entro la fine del secolo. Tuttavia, Fortier sottolinea che il sistema del permafrost potrebbe essere più resistente di quanto si pensi. Questo ghiaccio è riuscito a sopravvivere a cicli interglaciali più caldi dell’attuale periodo, dimostrando una sorprendente capacità di resistere nel tempo.
Uno sguardo al passato per comprendere il futuro
La scoperta sull’isola di Bylot non solo aggiunge un nuovo tassello alla comprensione dei ghiacciai artici, ma solleva anche domande fondamentali sul futuro delle regioni polari. Mentre il ghiaccio millenario offre indizi preziosi sul passato del nostro pianeta, la sua conservazione appare sempre più minacciata. In un’epoca di cambiamenti climatici rapidi, il valore di queste testimonianze antiche diventa inestimabile, spingendo la comunità scientifica a cercare soluzioni per salvaguardare un patrimonio naturale che sta scomparendo sotto i nostri occhi.