Sull’isola danese di Bornholm, situata nel Mar Baltico, emergono misteri che ci riportano indietro nel tempo di quasi 5.000 anni. Tra questi, le enigmatiche pietre solari, rinvenute principalmente nel sito archeologico di Vasagård, sono testimoni di antichi rituali e di un drammatico evento naturale che segnò profondamente le popolazioni del Neolitico.
Un tesoro nascosto nelle fosse rituali
Intorno al 2900 a.C., le comunità agricole di Bornholm vivevano in stretta simbiosi con la natura, considerando il Sole una forza divina che garantiva la vita e la prosperità. Per celebrare e venerare questa energia essenziale, scolpivano pietre solari, o “solsten”, finemente decorate con incisioni che evocavano i raggi del sole. Questi manufatti non erano semplici oggetti ornamentali, ma elementi centrali di rituali sacri, spesso accompagnati da sacrifici animali e altre offerte.
Gli scavi a Vasagård hanno portato alla luce centinaia di pietre sepolte in fosse rituali, insieme a ossa, ceramiche e utensili in selce. Questi ritrovamenti suggeriscono cerimonie complesse, organizzate con grande cura, probabilmente in risposta a crisi ambientali o sociali che minacciavano l’equilibrio della comunità.
Vasagård e il culto del Sole
Vasagård, situato nella parte occidentale di Bornholm, era molto più di un semplice insediamento. Questo sito si sviluppò come un centro religioso di primaria importanza, con una struttura attentamente pianificata per rispecchiare i cicli solari. Gli ingressi e le fosse rituali erano orientati in modo tale da allinearsi con il Sole nei giorni dei solstizi, indicando una profonda conoscenza astronomica.
La disposizione dei luoghi di culto dimostra come queste popolazioni considerassero il Sole il cuore pulsante della loro esistenza. Le celebrazioni religiose e le pratiche agricole erano intrecciate in un ciclo ininterrotto, regolato dai movimenti del cielo.
Incisioni simboliche: un dialogo con le divinità
Le incisioni presenti sulle pietre solari, caratterizzate da raggi che si irradiano dal centro, rappresentavano il Sole nella sua potenza divina. Ogni dettaglio scolpito racconta di un’intensa spiritualità, in cui la luce solare veniva vista come fonte di vita e fertilità.
Questi manufatti erano probabilmente usati in contesti cerimoniali per chiedere protezione, garantire raccolti abbondanti o scongiurare calamità. L’atto di seppellire le pietre, spesso in combinazione con altre offerte, evidenzia l’intento di stabilire un contatto diretto con le forze superiori, invocandone il favore.
La catastrofe vulcanica e il cielo oscurato
Le pietre solari di Bornholm si collegano a un evento catastrofico verificatosi circa 4.900 anni fa. Grazie all’analisi di nuclei di ghiaccio prelevati dalla Groenlandia, gli scienziati hanno identificato un’eruzione vulcanica di portata globale, capace di rilasciare enormi quantità di cenere e solfati nell’atmosfera. Questo fenomeno avrebbe oscurato il cielo per mesi, influenzando il clima e riducendo drasticamente la luce solare.
Per le comunità neolitiche, dipendenti dalla stabilità climatica per la coltivazione dei campi, l’oscuramento del Sole rappresentava una minaccia senza precedenti. La paura di carestie e la perdita di equilibrio cosmico avrebbero spinto queste popolazioni a intensificare i rituali, utilizzando le pietre solari come offerte per placare le forze naturali e ristabilire l’ordine.
Cambiamenti culturali e resistenza
Gli effetti dell’eruzione vulcanica non si limitarono all’oscuramento del cielo. Epidemie, migrazioni e trasformazioni sociali seguirono questo evento drammatico. Il sito di Vasagård stesso subì modifiche significative: i rituali si adattarono a un contesto mutevole, riflettendo la capacità di queste popolazioni di rispondere alle sfide ambientali.
I resti ritrovati mostrano come, nonostante le difficoltà, queste comunità abbiano cercato di mantenere una connessione con il Sole, simbolo di speranza e rinascita. Il culto del Sole continuò ad essere una parte fondamentale della loro identità culturale, dimostrando la resilienza e l’ingegno degli antichi abitanti di Bornholm.
Un’eredità di simbolismo e spiritualità
Le pietre solari di Bornholm non sono solo manufatti archeologici, ma rappresentano una testimonianza tangibile del rapporto tra uomo e natura nel Neolitico. Questi oggetti ci parlano di un tempo in cui ogni aspetto della vita era profondamente influenzato dai cicli naturali, e la spiritualità serviva come ponte per comprendere e affrontare i fenomeni più imprevedibili.
L’antico legame con il Sole, celebrato attraverso simboli e rituali, ci offre uno sguardo unico su una società che, sebbene lontana nel tempo, condivide con noi la ricerca di armonia con l’ambiente e il desiderio di superare le avversità attraverso la cooperazione e la fede.