Gli Stati Uniti, considerati spesso un simbolo di progresso e potenza economica, si trovano oggi al vertice di una classifica decisamente meno invidiabile: quella della vulnerabilità all’inquinamento atmosferico. Secondo un recente rapporto di Healthnews, il Paese è risultato il più esposto al rischio degli effetti negativi dell’inquinamento sull’ambiente e sulla salute pubblica, superando persino nazioni devastate da conflitti o problemi economici.
Un quadro allarmante per la salute pubblica
Gli Stati Uniti presentano livelli di inquinamento atmosferico sorprendentemente alti. Uno studio della American Lung Association ha rivelato che oltre un terzo della popolazione vive in contee con concentrazioni pericolose di ozono o particolato fine, due tra i principali responsabili di malattie respiratorie croniche.
Queste condizioni si intrecciano con un problema sanitario di vasta portata: negli USA, oltre 35 milioni di persone soffrono di patologie respiratorie croniche come l’asma o la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Queste malattie, strettamente collegate all’esposizione prolungata agli agenti inquinanti, rappresentano una delle principali cause di morte evitabile nel Paese.
Fattori che amplificano la vulnerabilità
Un elemento centrale della vulnerabilità degli Stati Uniti è la combinazione tra inquinamento atmosferico e abitudini di vita nocive. Ad esempio, secondo i dati del Centers for Disease Control and Prevention (CDC), oltre il 10% degli adulti americani fuma regolarmente, aumentando il rischio di sviluppare patologie come il cancro ai polmoni. A questi si aggiunge una quota significativa di anziani – circa il 17% della popolazione ha più di 65 anni – che, a causa della naturale riduzione della funzionalità polmonare e di un sistema immunitario meno efficiente, risulta particolarmente vulnerabile agli effetti dell’inquinamento.
Il confronto con altre nazioni sviluppate
L’analisi di Healthnews ha evidenziato che quattro dei sette Paesi del G7 figurano tra i 50 più vulnerabili agli effetti dell’inquinamento atmosferico, con gli Stati Uniti al primo posto e la Francia al terzo. La Francia, ad esempio, deve affrontare un alto tasso di fumatori (circa il 25% della popolazione adulta) e una percentuale significativa di anziani, che rappresentano più del 20% della popolazione totale.
Le cause principali in altre nazioni
Il rapporto include nella top 10 dei Paesi più vulnerabili anche nazioni come l’Afghanistan, il Sudan, lo Yemen e il Libano. In questi casi, la vulnerabilità deriva spesso da fattori geopolitici e socioeconomici. Ad esempio, il Libano ha registrato un peggioramento della qualità dell’aria a causa dell’uso intensivo di generatori diesel, reso necessario dalla crisi elettrica iniziata nel 2019.
In Siria, la guerra civile e il collasso economico hanno aggravato la situazione, mentre in Madagascar l’uso massiccio di combustibili a biomassa per la cucina e il riscaldamento ha contribuito a un aumento drammatico delle malattie respiratorie, specialmente tra i bambini.
Disuguaglianze nella vulnerabilità
Uno degli aspetti più significativi emersi dal rapporto è la distinzione tra il livello di inquinamento atmosferico e la vulnerabilità della popolazione. Ad esempio, il Bangladesh, che secondo i dati del 2023 è il Paese con l’aria più inquinata al mondo, si classifica solo al 150° posto per vulnerabilità. Questo apparente paradosso può essere spiegato dal fatto che il rapporto considera non solo i livelli di inquinamento, ma anche fattori come la qualità del sistema sanitario e le abitudini di vita della popolazione.
Le implicazioni per gli Stati Uniti
Nonostante siano una delle economie più avanzate al mondo, gli Stati Uniti mostrano lacune significative nella protezione della salute pubblica contro gli effetti dell’inquinamento atmosferico. Sebbene siano in atto politiche per migliorare la qualità dell’aria, come quelle promosse dalla Environmental Protection Agency (EPA), l’elevata prevalenza di malattie croniche e stili di vita rischiosi continua a rappresentare una sfida cruciale.
L’inquinamento atmosferico non è quindi solo un problema ambientale, ma anche un indicatore delle disuguaglianze sociali e sanitarie che affliggono il Paese.