L’autorità antitrust britannica, la Competition and Markets Authority (CMA), ha avviato un’approfondita indagine su Google per presunto abuso della sua posizione dominante nel settore dei motori di ricerca. Secondo una nota ufficiale diffusa dalla CMA, l’obiettivo principale è stabilire se il colosso tecnologico statunitense abbia utilizzato il proprio dominio per limitare l’innovazione di altre aziende e favorire in modo ingiustificato i propri servizi. Al centro dell’indagine vi è anche l’accusa di aver raccolto e utilizzato enormi quantità di dati personali senza il consenso pienamente informato degli utenti.
Implicazioni della designazione come “società strategica”
Se le accuse contro Google venissero confermate, l’azienda potrebbe essere classificata come una “società strategica” nel mercato digitale britannico. Questa designazione comporterebbe l’adozione di rigide normative stabilite dal nuovo regime di concorrenza digitale, entrato in vigore nel Regno Unito a inizio anno. Tali misure obbligherebbero l’azienda a condividere una parte dei dati raccolti con altri operatori del settore, promuovendo un ambiente più equo per la competizione.
Questo approccio riflette quanto già implementato dall’Unione Europea attraverso il Digital Markets Act (DMA), il quale mira a contrastare i comportamenti monopolistici e a garantire una maggiore trasparenza e accessibilità nel mercato digitale.
Il ruolo dei dati personali nell’inchiesta
Uno degli aspetti più delicati dell’indagine riguarda l’uso dei dati personali. La CMA analizzerà se Google abbia ottenuto informazioni sugli utenti senza rispettare i principi del consenso informato, un aspetto che potrebbe comportare pesanti sanzioni in caso di violazione delle norme vigenti. I dati rappresentano infatti una risorsa cruciale per mantenere una posizione dominante, offrendo al gigante tecnologico un vantaggio competitivo significativo nel settore pubblicitario e nei servizi digitali.
Non solo Google: accuse anche contro Apple
Parallelamente all’inchiesta su Google, nel Regno Unito si sta svolgendo un altro caso di grande rilevanza per il panorama digitale. Apple è attualmente sotto processo per presunto abuso di posizione dominante legato al suo App Store. La denuncia, presentata nel maggio 2021, accusa il colosso di Cupertino di aver violato le normative sulla concorrenza europee e britanniche. Nello specifico, si contesta la decisione di escludere qualunque altro app store dai dispositivi iOS, limitando così la scelta degli utenti e la possibilità di concorrenza da parte di sviluppatori terzi.
In questo caso, i querelanti chiedono un risarcimento pari a 1,5 miliardi di sterline (circa 1,8 miliardi di dollari), sostenendo che il controllo esclusivo sull’ecosistema iOS abbia causato danni sia ai consumatori che alle imprese.
Un contesto di crescente regolamentazione
L’azione intrapresa dalla CMA riflette una tendenza globale verso una maggiore regolamentazione delle grandi piattaforme tecnologiche, spesso accusate di sfruttare il loro potere per soffocare la concorrenza. La combinazione tra l’indagine su Google e il processo contro Apple sottolinea come il Regno Unito stia assumendo un ruolo sempre più attivo nella lotta contro i comportamenti anti-concorrenziali.
Questi sviluppi dimostrano un’accresciuta attenzione verso la tutela dei consumatori e la promozione di mercati più equilibrati, in linea con iniziative simili avviate in altre parti del mondo.