Negli ultimi anni, i Grandi Laghi sono stati al centro di speculazioni e misteri, tra cui l’esistenza di un fantomatico Triangolo dei Grandi Laghi, accusato di essere la causa di numerose sparizioni di navi. Tuttavia, gli scienziati hanno smontato queste teorie, dimostrando che la maggior parte dei naufragi è avvenuta al di fuori di questa area fittizia e che molti di essi sono già documentati in dettagliati database. Grazie a un’iniziativa di mappatura del fondale marino lanciata nel 2019 dagli Stati Uniti, queste storie potrebbero presto essere confinate nel regno della fantasia. Il progetto, che comprende i Grandi Laghi, mira a rilevare relitti e altri oggetti sommersi, contribuendo alla sicurezza della navigazione e alla protezione di habitat e patrimoni culturali subacquei.
Un progetto nazionale per mappare le acque statunitensi
L’origine di questa ambiziosa iniziativa risale a un ordine esecutivo presidenziale del 2018, che ha istituito il Consiglio per la Politica Oceanica. Nel 2019, la Casa Bianca ha incaricato il Consiglio di avviare un progetto di mappatura e esplorazione delle acque statunitensi, includendo non solo i Grandi Laghi ma anche il Golfo del Messico, le coste dell’Atlantico e del Pacifico, l’Alaska, le isole del Pacifico e i territori caraibici. Con un totale di oltre 3,5 milioni di miglia nautiche quadrate da esplorare, il progetto è riuscito finora a mappare il 52% delle acque americane.
Secondo Shannon Hoy, responsabile del team di coordinamento delle spedizioni per NOAA Ocean Exploration, questa mappatura è essenziale per garantire una navigazione più sicura e può offrire vantaggi significativi nella gestione ambientale. Oltre a proteggere barriere coralline e habitat marini, il progetto potrebbe anche fornire informazioni utili per lo sviluppo di infrastrutture sostenibili come i parchi eolici offshore. “Conoscere il nostro pianeta è fondamentale per interpretarlo e studiarlo,” afferma Hoy. L’iniziativa beneficia anche della collaborazione con una rete globale di scienziati, che condividono i dati raccolti nei rispettivi Paesi, favorendo una comprensione più ampia delle caratteristiche geologiche sommerse.
Un’antica curiosità con nuove tecnologie
Il desiderio di esplorare ciò che si nasconde sotto la superficie dell’acqua è radicato nella storia dell’uomo. Hoy ricorda che, secoli fa, i marinai usavano semplici strumenti come pali o corde nodose per misurare la profondità dei fondali. Con l’avvento del XX secolo, la tecnologia sonar rivoluzionò queste pratiche, diventando particolarmente rilevante durante la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, i primi sistemi sonar a singolo fascio fornivano dati di bassa risoluzione, spesso frammentari.
Oggi, la tecnologia ha compiuto passi da gigante. Gli scienziati utilizzano sonar multibeam di ultima generazione, sistemi di imaging laser e persino navi autonome senza equipaggio per raccogliere dati estremamente precisi. Secondo Jennifer Boehme, CEO del Great Lakes Observing System, questi strumenti consentono di creare mappe dettagliate dei fondali, rivelando informazioni essenziali per la ricerca scientifica e la gestione sostenibile delle risorse naturali.
L’importanza della mappatura per i Grandi Laghi
Attualmente, solo il 15% del fondale dei Grandi Laghi è stato mappato utilizzando sonar multibeam. Per completare il progetto, è necessario un aumento dei fondi, e una legislazione a riguardo è al momento in discussione al Congresso statunitense. Boehme sottolinea che i benefici di questa iniziativa sono molteplici, sia dal punto di vista scientifico che ambientale. I Grandi Laghi ospitano il 21% delle riserve di acqua dolce superficiale del mondo e supportano oltre 3.500 specie di flora e fauna. La mappatura può contribuire a proteggere questi ecosistemi fragili, garantendo che siano gestiti in modo sostenibile.
Un ulteriore vantaggio riguarda la capacità di prevedere e mitigare gli effetti delle tempeste. I Grandi Laghi, simili a mari interni, possono generare venti di intensità comparabile agli uragani, causando onde pericolose e inondazioni lungo le coste. Conoscere la topografia del fondale può aiutare gli scienziati a prevedere l’impatto delle tempeste e a migliorare la gestione delle emergenze. “Senza una conoscenza dettagliata del fondale, è impossibile gestire i Grandi Laghi in modo efficace o sostenibile,” afferma Boehme, aggiungendo che il progetto è essenziale per garantire la salute ecologica ed economica di questa regione.
Una finestra sul futuro
La mappatura del fondale marino rappresenta una delle frontiere più promettenti per la scienza moderna. Raccogliendo dati dettagliati sui fondali, gli scienziati possono non solo migliorare la sicurezza della navigazione ma anche contribuire a proteggere ecosistemi marini e risorse idriche vitali. Progetti come quello dei Grandi Laghi dimostrano come la tecnologia possa rivelare i segreti sommersi del nostro pianeta, offrendo nuove opportunità di conoscenza e conservazione.