La possibilità che un tumore possa essere “contagioso” è un’idea che ciclicamente riemerge, spesso alimentata da casi eccezionali e mal interpretati. Uno dei più noti riguarda un chirurgo che sviluppò lo stesso tipo di tumore rimosso da un paziente. Questa storia, documentata nel 1996 su The New England Journal of Medicine, continua a generare curiosità e riflessioni, soprattutto per la sua rarità e per i misteri scientifici che ancora solleva.
La vicenda del chirurgo: un trapianto accidentale di cancro
Nel 1996, un caso singolare attirò l’attenzione della comunità scientifica. Durante l’asportazione di un istiocitoma fibroso maligno—una forma rara di sarcoma dei tessuti molli, diagnosticata in circa 1.400 casi all’anno—un chirurgo si ferì accidentalmente alla mano con un bisturi. La ferita fu immediatamente trattata, ma cinque mesi dopo, nello stesso punto della lesione, comparve una massa tumorale di 3 cm di diametro.
Le analisi rivelarono che il tumore del chirurgo non solo era dello stesso tipo di quello rimosso dal paziente, ma che le cellule erano geneticamente identiche. Questo dimostrava che le cellule cancerogene del paziente erano penetrate nella ferita del medico, attecchendo e proliferando.
Mentre il paziente di 32 anni morì poco dopo l’intervento a causa di complicanze post-operatorie, il chirurgo fu operato con successo e due anni dopo risultava in buona salute.
Perché il tumore non fu rigettato dal sistema immunitario?
In condizioni normali, un “trapianto” accidentale di cellule tumorali dovrebbe essere respinto dal sistema immunitario, esattamente come accade con un organo trapiantato da un donatore non compatibile. Tuttavia, nel caso del chirurgo, il tumore non fu eliminato. Gli autori dello studio del 1996 ipotizzarono che il cancro avesse “eluso” il sistema immunitario tramite meccanismi specifici.
Il tumore provocò una forte reazione infiammatoria nei tessuti circostanti, suggerendo che il sistema immunitario del chirurgo stesse tentando di reagire. Tuttavia, la risposta immunitaria si dimostrò inefficace. Secondo il dottor Nicholas Hornstein, un oncologo di New York intervistato recentemente, la chiave potrebbe risiedere nella natura del sarcoma, che tende a interferire con i meccanismi di sorveglianza immunitaria.
In particolare, i marker immunologici utilizzati dal corpo per identificare e distruggere le cellule anomale sarebbero stati alterati o soppressi, permettendo al tumore di crescere indisturbato.
Cancro e contagio: realtà o mito?
Il caso del chirurgo, per quanto straordinario, non rappresenta una forma di contagio tumorale. Il cancro, infatti, non è una malattia infettiva come il raffreddore o l’influenza, e non si trasmette da persona a persona tramite contatti fisici o vicinanza.
Le cause principali del cancro negli esseri umani sono legate a una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali. Tuttavia, esistono alcuni virus oncogeni, come l’HPV (papillomavirus umano) e l’epatite B e C, che possono aumentare il rischio di sviluppare tumori. Questi virus, però, non trasmettono il cancro in sé, bensì alterano le cellule dell’ospite, predisponendole a una crescita anomala.
È importante distinguere tra infezione virale e contagio tumorale. L’HPV, ad esempio, si trasmette per via sessuale, mentre l’epatite può diffondersi tramite sangue infetto o aghi contaminati. Ma in nessun caso queste infezioni portano a un contagio diretto del tumore.
Tumori contagiosi nel mondo animale
Sebbene negli esseri umani il cancro non sia contagioso, in alcune specie animali esistono esempi di tumori trasmissibili. Tra i casi più noti:
- Il diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii), una specie minacciata, soffre di un tumore facciale trasmissibile tramite morsi.
- Alcuni bivalvi e altri animali marini possono sviluppare tumori che si diffondono tra individui attraverso l’acqua.
Questi esempi, però, sono specifici di alcune specie e dipendono da particolari caratteristiche biologiche che non sono riscontrabili negli esseri umani.
Perché il caso continua a suscitare interesse?
Questo raro episodio medico torna ciclicamente all’attenzione pubblica, come dimostrano le riprese da parte di media come il Daily Mail. Spesso il fenomeno è alimentato dalla paura, infondata ma radicata, che il cancro possa essere contagioso.
In realtà, il caso del chirurgo rappresenta un evento unico, legato a circostanze eccezionali e non replicabili. Tuttavia, serve a ricordare quanto siano complesse le interazioni tra sistema immunitario, cellule tumorali e ambiente, aprendo spunti per nuove ricerche e approfondimenti.
Questa storia, lontana dal generare allarmismi, sottolinea l’importanza di comprendere la biologia del cancro e di combattere lo stigma associato ai pazienti oncologici, che hanno bisogno di supporto, non di isolamento.