L’Epifania del 2009 è ricordata come uno degli episodi nevosi più significativi per Milano e molte aree del Nord Italia. Tra il 5 e il 6 gennaio, una complessa interazione di fattori meteorologici generò accumuli di neve fino a 60 centimetri, paralizzando le città ma regalando uno spettacolo mozzafiato. Le previsioni meteo anticipate dagli esperti nei giorni precedenti sottolineavano la possibilità di una nevicata importante, nonostante l’incertezza tipica di questi fenomeni nella Pianura Padana.
Le condizioni atmosferiche prima della nevicata
Nelle giornate antecedenti il 5 gennaio 2009, il Nord Italia fu investito da una massa d’aria artica proveniente dall’Europa settentrionale. Questa condizione creò un cuscinetto freddo – uno strato di aria gelida vicino al suolo – che rappresenta una base ideale per l’arrivo della neve. Tra il 3 e il 4 gennaio, le temperature si mantennero costantemente sotto i 2°C, con minime prossime ai -3°C nelle aree rurali e periferiche. Questo scenario risultò cruciale per il successivo evento nevoso.
A partire dal 4 gennaio, un vortice freddo in avvicinamento dalla Francia cominciò a interagire con le correnti più umide provenienti dal Mar Ligure. Questo incontro tra aria gelida e masse d’aria più calda e umida favorì la formazione di nuvole cariche di neve, che iniziarono a scaricarsi sul Nord Italia dalla notte del 5 gennaio.
L’arrivo della neve: il 5 gennaio 2009
Nella serata del 5 gennaio, le prime precipitazioni colpirono le aree occidentali della Lombardia, del Piemonte e dell’Emilia-Romagna, sotto forma di neve mista a pioggia. Con il calare delle temperature, la pioggia lasciò spazio a una nevicata uniforme e abbondante. A Milano, i fiocchi iniziarono a cadere poco dopo le 22:00, con un’intensità crescente durante la notte.
Il sistema meteorologico si rivelò particolarmente stabile, garantendo un afflusso continuo di aria umida sopra il cuscinetto freddo padano. Questo meccanismo permise alla nevicata di proseguire senza interruzioni fino alla mattina del 6 gennaio.
La giornata del 6 gennaio: una Milano imbiancata
Il 6 gennaio 2009, Milano si risvegliò sotto una coltre di neve che continuava a crescere. Tra le 4 e le 10 del mattino, le precipitazioni raggiunsero il picco massimo di intensità, con fiocchi di grandezza eccezionale che si depositavano rapidamente. Entro il primo pomeriggio, l’accumulo medio in città superò i 40 centimetri, con punte fino a 60 centimetri nelle aree più periferiche e meno trafficate.
Anche altre zone del Nord Italia furono pesantemente colpite. A Torino, gli accumuli variarono tra i 20 e i 30 centimetri, mentre in città come Bergamo, Brescia e lungo le fasce pedemontane si registrarono spessori di neve superiori ai 50 centimetri. Persino città della Liguria, come Genova, videro neve al livello del mare, un fenomeno raro causato dall’interazione tra il vortice freddo e le correnti umide dal Mar Tirreno.
Cause meteorologiche dell’evento
L’eccezionale nevicata del 5-6 gennaio 2009 fu il risultato di un insieme di condizioni atmosferiche favorevoli. Il vortice ciclonico sul Nord Italia giocò un ruolo fondamentale: posizionato tra la Francia e il Golfo del Leone, attirò aria fredda dalle Alpi e aria umida dal Mediterraneo, generando una circolazione ciclonica che alimentò continuamente le precipitazioni.
La presenza del cuscinetto freddo padano al suolo mantenne le temperature ideali per la neve, impedendo la trasformazione delle precipitazioni in pioggia, anche nelle aree a quota più bassa. Inoltre, l’effetto delle Alpi come barriera naturale potenziò le correnti ascendenti, amplificando l’intensità delle nevicate.
Disagi e conseguenze
L’improvvisa abbondanza di neve provocò numerosi disagi in Lombardia e nelle regioni circostanti. A Milano, molte strade si resero impraticabili per la mancanza di mezzi spazzaneve sufficienti a gestire l’emergenza. I trasporti pubblici subirono ritardi significativi, con tram e autobus bloccati da accumuli nevosi che superavano la capacità dei mezzi di circolare in sicurezza. Anche il traffico ferroviario fu fortemente rallentato, con ritardi di diverse ore e cancellazioni.
Gli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa affrontarono situazioni critiche: numerosi voli furono dirottati o cancellati, e le operazioni di sgombero delle piste richiesero tempi prolungati. Le scuole, purtroppo, rimasero aperte nella maggior parte dei casi, generando polemiche tra genitori e amministrazioni comunali.
Nonostante i disagi, l’evento fu anche motivo di gioia per molti cittadini, che approfittarono dell’occasione per ammirare una Milano trasformata in un paesaggio fiabesco. Iconiche immagini di Piazza Duomo completamente imbiancata e di parchi cittadini sepolti dalla neve rimasero nella memoria collettiva come testimonianza di un evento raro e spettacolare.
Un evento da ricordare
La nevicata del 5-6 gennaio 2009 rappresentò uno degli eventi nevosi più significativi per il Nord Italia degli ultimi decenni. Le condizioni atmosferiche ideali e l’interazione tra masse d’aria di diversa origine produssero uno scenario eccezionale, rendendo quell’Epifania un momento memorabile per tutti gli abitanti di Milano e delle regioni settentrionali.
La meteorologia di quell’anno sottolineò ancora una volta l’importanza della Pianura Padana come teatro di fenomeni nevosi intensi, in grado di sorprendere e lasciare il segno nella storia climatica italiana.