Il razzo New Glenn, progettato da Blue Origin, si erge sul Complesso di Lancio Spaziale-36 presso la Cape Canaveral Space Force Station, in Florida, in attesa del suo primo storico lancio. Questo colosso spaziale è stato battezzato in onore di John Glenn, l’astronauta che nel 1962 divenne il primo americano a orbitare attorno alla Terra.
Prima della sua morte nel 2016, Glenn diede personalmente il suo assenso all’uso del suo nome per questo razzo di classe orbitale, esprimendo entusiasmo per le sue potenzialità nel rendere il volo spaziale più accessibile. “Immagino un futuro in cui viaggiare nello spazio sarà semplice come salire su un aereo,” scrisse Glenn nella sua ultima lettera, indirizzata a Jeff Bezos, fondatore di Blue Origin.
L’omaggio al primo americano in orbita
Il New Glenn rappresenta la seconda generazione di razzi riutilizzabili di Blue Origin, successore del New Shepard, progettato per missioni suborbitali. Il nome “New Glenn” celebra il contributo storico di John Glenn, sottolineando il legame tra passato e futuro nell’esplorazione spaziale.
Nel 2016, Glenn scrisse che il successo del razzo avrebbe significato “andare nello spazio più spesso e a costi più bassi.” Questa visione si riflette nel design innovativo del New Glenn, il cui primo stadio, alimentato da sette motori BE-4, è stato progettato per resistere a 25 voli consecutivi.
Un razzo per il futuro dell’esplorazione spaziale
Con un’altezza di 98 metri, il New Glenn si prepara a debuttare nella missione inaugurale NG-1, trasportando il pathfinder Blue Ring, una piattaforma multiuso per la mobilità spaziale. L’obiettivo è consolidare Blue Origin come leader nel settore spaziale privato, con una particolare attenzione alla riutilizzabilità e alla sostenibilità.
La scelta del nome non è casuale: il legame simbolico tra Glenn e il razzo è stato ulteriormente sottolineato dalla decisione di Blue Origin di coinvolgere la famiglia dell’astronauta e il John Glenn College of Public Affairs presso l’Ohio State University per preservarne l’eredità.
Un’ispirazione che attraversa le generazioni
John Glenn è stato un pioniere non solo nello spazio, ma anche nel modo in cui la sua figura è stata utilizzata per ispirare nuove imprese. A differenza di altri personaggi pubblici, Glenn era noto per la sua riluttanza a sfruttare la propria immagine per scopi commerciali. Tuttavia, poco prima della sua morte, decise di prestare il suo nome a un progetto che incarnava i valori di innovazione e progresso che aveva sempre sostenuto.
Nel gennaio 2024, durante un evento commemorativo, il decano del John Glenn College, Trevor Brown, ha ricordato come l’ultima lettera dell’astronauta sia stata un gesto di fiducia nel potere del settore privato di guidare l’esplorazione spaziale.
Il confronto con il New Shepard e i piani futuri
Il New Shepard, predecessore del New Glenn, ha aperto la strada per Blue Origin con missioni suborbitali di successo, portando sia equipaggi che carichi nello spazio dal 2015. Il nome del razzo è un tributo ad Alan Shepard, il primo americano nello spazio.
Blue Origin ha annunciato che il New Glenn non sarà l’ultimo omaggio agli astronauti pionieri. L’azienda ha accennato al futuro sviluppo di un razzo ancora più potente, il New Armstrong, dedicato a Neil Armstrong, il primo uomo a camminare sulla Luna.
L’eredità di John Glenn nello spazio moderno
Oltre al razzo New Glenn, l’astronauta è stato commemorato in altre missioni spaziali, come la navicella S.S. John Glenn, che nel 2017 ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale.
Il New Glenn non è solo un omaggio a un eroe nazionale, ma rappresenta un passo avanti nell’ambizione dell’umanità di esplorare lo spazio. La combinazione di innovazione tecnologica e riutilizzabilità rende il razzo un simbolo del futuro del volo spaziale commerciale.
Blue Origin, seguendo le orme di Glenn, punta a rendere l’accesso allo spazio una realtà per le generazioni future, tracciando un percorso che unisce passato, presente e futuro in una visione audace e ispiratrice.