Un disastro ecologico senza precedenti scuote il Mar Nero: più di 30 cetacei, tra cui specie a rischio, trovati morti dopo lo sversamento di petrolio causato da una tempesta.
La tragedia ha colpito l’ecosistema marino del Mar Nero in seguito a una massiccia fuoriuscita di petrolio avvenuta nello Stretto di Kerch. Due petroliere russe, danneggiate durante una violenta tempesta a metà dicembre 2024, hanno disperso grandi quantità di olio combustibile, devastando la fauna marina e le coste adiacenti.
Impatto diretto sulla fauna marina: oltre 60 cetacei coinvolti
Secondo il Delfa Dolphin Rescue and Research Center della Russia, la crisi ha causato la morte di 61 cetacei, dei quali 32 deceduti dopo il 15 dicembre risultano direttamente collegati al disastro. Gli esperti affermano che molti di questi animali sono morti nei primi 10 giorni successivi all’incidente, mentre altri continuano a essere ritrovati senza vita sulle spiagge locali.
“Il mare continua a restituire cadaveri di delfini e focene, e il numero è destinato ad aumentare nei prossimi mesi,” hanno dichiarato i rappresentanti del centro in una comunicazione ufficiale.
Tra le vittime si contano numerosi delfini d’Azov, una sottospecie rara e già classificata come in pericolo. Questi animali, strettamente legati alle focene comuni (Phocoena phocoena relicta), rappresentano un elemento chiave per l’equilibrio dell’ecosistema locale.
Le conseguenze ambientali delle fuoriuscite di petrolio
L’impatto delle fuoriuscite di petrolio sull’ambiente marino può essere devastante e persistente. Gli esperti ricordano il caso della fuoriuscita della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico nel 2010, che ha provocato danni a lungo termine sulla popolazione di delfini, inclusi un aumento delle morti, aborti e gravi problemi di salute. Studi successivi stimano che potrebbero essere necessari fino a 39 anni per un completo recupero della fauna marina colpita.
Nel caso del Mar Nero, il problema è aggravato dalla difficoltà di intervento nelle zone contaminate. Gli esperti sottolineano che le acque poco profonde, tradizionalmente utilizzate per il salvataggio dei cetacei, non sono più sicure per gli animali a causa della presenza di petrolio.
Preoccupazioni future e misure di emergenza
Il Delfa Dolphin Rescue and Research Center ha lanciato un appello per organizzare un ospedale dedicato al trattamento a lungo termine degli animali colpiti. “Non possiamo più fornire cure dirette in acque contaminate. È necessario agire immediatamente per realizzare una struttura idonea,” hanno dichiarato gli esperti.
Questo centro si sta preparando ad affrontare le conseguenze della fuoriuscita nei prossimi mesi, temendo un ulteriore aumento delle vittime tra i cetacei e altri animali marini.
Un disastro che richiede attenzione globale
L’incidente nello Stretto di Kerch evidenzia la fragilità degli ecosistemi marini e la necessità di regolamentazioni più rigide per il trasporto di sostanze pericolose in aree ad alta biodiversità. Con la morte di specie già a rischio, come i delfini d’Azov, la crisi rappresenta un monito sull’urgenza di preservare l’ambiente marino e prevenire futuri disastri.