Un’antica scoperta in Belgio ha rivelato un mistero archeologico che ha affascinato studiosi e appassionati di storia. Un scheletro rinvenuto a Pommerœul, inizialmente ritenuto appartenente a un singolo individuo, si è rivelato essere un assemblaggio di resti di almeno sette persone, vissute in epoche diverse. Questa scoperta ha sollevato numerosi interrogativi sulla pratica delle sepolture e sulle interazioni tra diverse culture nel corso dei millenni.
La scoperta di Pommerœul
Nel cuore del Belgio, durante gli scavi degli anni ’70, gli archeologi hanno portato alla luce un sito di sepoltura che ha subito attirato l’attenzione per la sua unicità. Tra le 76 sepolture a cremazione, una inumazione si distingueva per la sua particolarità. Gli esperti, basandosi su un oggetto trovato accanto ai resti, avevano inizialmente datato la sepoltura al periodo romano, tra il secondo e il terzo secolo d.C. Tuttavia, ulteriori analisi hanno rivelato una storia ben più complessa.
Un’anomalia stratigrafica
La sepoltura in questione si trovava in uno strato stratigrafico più profondo rispetto alle altre, suggerendo una datazione diversa. La posizione del corpo, flesso sul lato destro, era atipica per il periodo romano, quando le sepolture supine erano la norma. Questo dettaglio ha portato gli studiosi a riconsiderare l’interpretazione iniziale, suggerendo una possibile origine nel Neolitico Tardo.
Il mistero del fermaglio osseo
Un elemento che ha complicato ulteriormente l’analisi è stato il ritrovamento di un fermaglio osseo di epoca romana vicino al cranio. Questo oggetto ha sollevato domande sulla sua presenza in una sepoltura che, per altri aspetti, sembrava appartenere a un’epoca molto più antica. La discrepanza tra la datazione del fermaglio e quella dei resti ha spinto gli studiosi a indagare più a fondo.
Analisi e rivelazioni
Nel 2019, un’analisi al radiocarbonio ha fornito nuove informazioni, suggerendo che, sebbene le sepolture a cremazione fossero effettivamente di epoca romana, l’inumazione risaliva al Neolitico Tardo, migliaia di anni prima. Questo ha portato a una nuova fase di studio e a scoperte sorprendenti.
Un puzzle di ossa
Esaminando i resti, il team di ricerca ha scoperto che lo scheletro era composto da ossa appartenenti a sette individui diversi. Questi individui, vissuti in periodi distinti, erano stati assemblati in un unico scheletro. La variabilità delle datazioni suggeriva che le persone fossero vissute e morte in almeno tre periodi differenti.
Il cranio enigmatico
Il cranio, in particolare, ha rappresentato un enigma. Sebbene la datazione al radiocarbonio non fosse conclusiva, l’analisi del DNA ha rivelato una stretta somiglianza con due individui sepolti in un cimitero romano a 150 chilometri di distanza, risalente a circa 1.800 anni fa. Questo ha sollevato ulteriori domande su come e perché questi resti siano stati assemblati.
Ipotesi e interpretazioni
Gli studiosi hanno avanzato diverse ipotesi per spiegare questa scoperta insolita. Una possibilità è che l’inumazione composita sia stata disturbata durante l’interramento delle cremazioni nel periodo gallo-romano. In questo scenario, la comunità romana potrebbe aver aggiunto un cranio per completare l’“individuo”, o sostituito un cranio neolitico con uno di epoca romana.
Un assemblaggio intenzionale?
Un’altra teoria suggerisce che lo scheletro sia stato assemblato interamente durante l’epoca romana, utilizzando un cranio relativamente recente e ossa “localmente reperite” dal Neolitico. Tuttavia, questa ipotesi è meno probabile, data l’assenza di esempi simili e la posizione del corpo nella tomba.
Un’eredità neolitica
L’ipotesi più accreditata è che il sepolcro composito sia stato inizialmente assemblato da un gruppo neolitico locale. Circa 2.500 anni dopo, gli abitanti gallo-romani della zona potrebbero aver disturbato e “restaurato” la sepoltura. Questa teoria è supportata dalla disposizione del corpo e dalla mancanza di esempi di assemblaggi simili durante l’epoca romana.
La scoperta di Pommerœul continua a stimolare il dibattito tra gli studiosi, offrendo uno sguardo affascinante sulle pratiche funerarie e sulle interazioni culturali attraverso i secoli. Sebbene molte domande rimangano senza risposta, questa scoperta rappresenta un importante contributo alla comprensione della storia umana e delle sue complessità.