La Nebra Sky Disc rappresenta un affascinante esempio di abilità artigianale e dedizione, essendo la più antica rappresentazione conosciuta del cielo notturno. Questo straordinario manufatto, risalente all’Età del Bronzo, ha richiesto un notevole impegno da parte dei suoi creatori, che hanno impiegato circa dieci cicli di forgiatura per realizzarlo. Nonostante le limitazioni tecnologiche dell’epoca, il disco è stato prodotto con una precisione e una cura che riflettono l’importanza attribuita a questo oggetto dai suoi creatori.
La Creazione del Disco di Nebra
Un Processo Complesso e Meticoloso
Il Disco di Nebra è un manufatto di bronzo con intarsi in oro che raffigurano il Sole, la Luna crescente e le stelle, oltre a un’ipotetica nave e l’orizzonte. Non si tratta di una mappa, poiché il primo esempio di mappa conosciuta risale a circa un millennio dopo. Tuttavia, la rappresentazione di un gruppo di sette stelle, che si pensa rappresenti le Pleiadi, solleva interrogativi sul perché queste siano generalmente descritte come sette, quando solo sei sono visibili a occhio nudo sotto cieli molto scuri.
Analisi e Collaborazione
Nonostante il disco sia stato oggetto di studi intensivi dal 2002 e sia stato inserito nel Registro della Memoria del Mondo dell’UNESCO, il suo processo di fabbricazione è rimasto incerto per lungo tempo. Gli archeologi e i professionisti della lavorazione dei metalli hanno collaborato per analizzare il disco, pubblicando risultati che indicano che è stato realizzato attraverso circa dieci cicli di forgiatura, ciascuno dei quali ha richiesto il riscaldamento del disco a temperature di circa 700°C.
La Sfida della Forgiatura nell’Età del Bronzo
Un’Impresa Notevole
In un’epoca in cui enormi fogli di metallo vengono prodotti in serie, un disco di circa 31 cm di diametro e pochi millimetri di spessore potrebbe non sembrare una grande sfida. Tuttavia, a quelle temperature, il bronzo non avrebbe fluito sufficientemente per creare qualcosa di così sottile rispetto alla sua larghezza, specialmente con il basso contenuto di stagno del disco. L’analisi precedente ha mostrato che il bronzo è stato forgiato in un processo ripetuto, partendo da un pezzo più spesso ma più piccolo, poi forgiato in una forma che si espandeva dal centro.
Esperimenti di Riproduzione
Un piccolo frammento del bordo del disco è stato raccolto nel 2002 per l’analisi e poi restituito. La collaborazione ha campionato nuovamente lo stesso punto per studiarne la microstruttura utilizzando la spettroscopia a raggi X a dispersione di energia e la diffrazione di retrodiffusione elettronica, oltre a testare la durezza del materiale. Il ramaio Herbert Bauer ha tentato di replicare il disco partendo da un pezzo grezzo. L’analisi ha dimostrato che il disco originale deve essere stato realizzato da un getto piatto seguito da diversi cicli di forgiatura a caldo, ma non ha determinato quanti fossero necessari. Bauer ha scoperto che, utilizzando bronzo di composizione simile a quella del disco, aveva bisogno di dieci cicli di riscaldamento e battitura del bronzo per farlo espandere, iniziando con un martello da 5 kg, per poi utilizzare strumenti progressivamente più leggeri.
Il Mistero della Datazione e del Contesto Culturale
Un Ritrovamento Controverso
L’età esatta del disco rimane incerta, così come aspetti importanti della cultura che lo ha creato. Invece di essere scoperto attraverso uno scavo archeologico accurato, il disco è stato trafugato da cercatori di metalli non autorizzati nel 1999, insieme ad armi e gioielli, e poi recuperato dalla polizia nel 2002. Gli oggetti ritrovati insieme al disco sono stati stimati avere circa 3.600 anni.
Interpretazioni Divergenti
La visione convenzionale, sostenuta dall’Ufficio Statale per la Gestione del Patrimonio e l’Archeologia della Sassonia-Anhalt, è che il disco sia di qualche secolo più antico rispetto agli altri oggetti ritrovati. Tuttavia, somiglianze con alcuni disegni successivi hanno portato alcuni ricercatori a sostenere che sia più giovane di 1.000 anni. “Il fatto che le indagini continuino a produrre nuove scoperte fondamentali più di 20 anni dopo il recupero del disco non solo dimostra il carattere straordinario di questo ritrovamento del secolo, ma anche quanto fosse già sviluppata l’arte della lavorazione dei metalli nell’Età del Bronzo”, ha dichiarato il Professor Harald Meller del Museo di Preistoria della Sassonia-Anhalt. Meller ha guidato l’operazione che ha recuperato il disco dai collezionisti che lo avevano acquistato illegalmente. “Inoltre, il disco del cielo mostra quanto sia importante riesaminare ritrovamenti apparentemente ben noti quando diventano disponibili nuovi metodi.”
La ricerca è stata pubblicata in accesso aperto sulla rivista Scientific Reports.