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Scienziati scoprono un nuovo metodo per curare una grave patologia epatica

By Mirko Rossi
Published 13 Dicembre 2023
4 Min Read
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Recenti studi hanno portato alla luce il ruolo fondamentale degli acidi grassi omega 3 nel contrastare la steatoepatite non alcolica (NASH), una patologia epatica grave ⁣e diffusa. Grazie all’utilizzo di ‍tecniche analitiche innovative, i‌ ricercatori hanno identificato come gli omega 3⁢ agiscano su betacellulina, ⁢una ​proteina ‌che contribuisce ​alla fibrosi epatica.⁢ Questa scoperta​ apre ​nuove prospettive nella ricerca farmacologica per la‍ NASH e sottolinea​ l’importanza degli omega ⁤3 ⁢nell’alimentazione per⁣ la salute del fegato.

Contents
Comprendere la NASH e la ⁤sindrome metabolicaLa‌ steatoepatite non alcolica e i suoi effettiLa sindrome‌ metabolica e i suoi criteri diagnosticiIl ruolo degli omega 3 nel contrastare la NASHLa ⁣scoperta del meccanismo d’azione degli omega 3Implicazioni per la ricerca farmaceuticaFonti di omega 3 PUFA

 

Comprendere la NASH e la ⁤sindrome metabolica

La‌ steatoepatite non alcolica e i suoi effetti

La NASH⁣ è una‍ condizione associata‌ alla sindrome metabolica, che si sviluppa quando il grasso presente nel fegato diventa tossico, causando​ la‍ morte delle cellule epatiche, l’infiammazione dell’organo e la promozione​ della fibrosi. Questa malattia può portare a ⁢cicatrici permanenti (cirrosi), ‌insufficienza epatica ‌e, in alcuni casi, ‌alla ​morte.

 

La sindrome‌ metabolica e i suoi criteri diagnostici

La sindrome metabolica è diagnosticata quando un individuo presenta⁣ almeno due delle seguenti ⁣condizioni: obesità addominale, ipertensione,⁣ iperglicemia, bassi livelli di colesterolo “buono” e alti livelli di ⁤colesterolo “cattivo” e‌ trigliceridi. Una dieta ⁣ricca​ di grassi saturi e‌ zuccheri raffinati causa ⁢un’infiammazione ‍cronica di basso‍ grado che contribuisce allo sviluppo della sindrome metabolica, la quale è anche associata a disfunzioni cognitive, demenza e rappresenta un fattore ​di rischio maggiore per malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e NASH.

 

Il ruolo degli omega 3 nel contrastare la NASH

La ⁣scoperta del meccanismo d’azione degli omega 3

Nel corso dello studio, i ‍ricercatori hanno utilizzato sia un modello ​murino che dati trascrittomici umani per identificare la betacellulina come bersaglio degli acidi grassi polinsaturi ‍omega 3. ‌”Attraverso ​una vasta meta-analisi,⁢ abbiamo scoperto che la betacellulina⁢ è costantemente sovra-regolata‌ nei fegati dei‌ pazienti affetti da cancro -⁤ ce n’è più di quanto dovrebbe essercene”, ha affermato ‍Morgun. “E gli omega 3 PUFA riducono, o regolano ⁣negativamente, la betacellulina ⁤sia⁤ nei topi che negli esseri umani affetti da NASH. Il targeting dell’espressione della betacellulina è uno dei⁣ meccanismi con⁢ cui gli omega 3 PUFA riducono la NASH indotta dalla dieta occidentale”.

 

Implicazioni per la ricerca farmaceutica

Oltre⁢ a migliorare notevolmente la comprensione dell’insorgenza e della progressione della NASH, i risultati aprono una nuova porta per la ricerca farmaceutica.⁣ “Abbiamo trovato⁢ un​ nuovo bersaglio farmacologico e i nostri risultati possono aiutare nella ricerca di un approccio di medicina di precisione per il trattamento ⁤della NASH e ‌la prevenzione del cancro al fegato utilizzando specifici omega ​3 PUFA”, ha aggiunto ‌Morgun. ‌”Una‌ possibilità è che durante il⁢ trattamento potrebbe essere monitorata la betacellulina dei pazienti per⁣ determinare i dosaggi ottimali per ciascun paziente”.

 

Fonti di omega 3 PUFA

Oltre‍ agli integratori alimentari,‍ gli‍ omega 3 PUFA, come l’acido ⁢docosaesaenoico, si‍ trovano in pesci grassi di acqua fredda come⁢ il salmone e lo sgombro e in alcuni tipi di noci, semi e oli vegetali. Gli omega 3 PUFA non sono prodotti dal corpo ma sono acidi⁢ grassi essenziali che devono essere⁢ acquisiti attraverso la dieta. Questi acidi grassi sono coinvolti in una vasta gamma ⁤di processi corporei, tra cui la funzione cognitiva, la visione, la crescita cellulare, la ‌regolazione di molteplici processi ‌metabolici e la funzione cardiovascolare.

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