Recenti studi presentati durante l’incontro annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) hanno messo in luce l’importanza di una gestione attenta del diabete di tipo 2 da parte dei medici di base, evidenziando come alcuni farmaci, bassi livelli di glicemia a digiuno e condizioni cardiovascolari possano aumentare significativamente il rischio di arresto cardiaco improvviso.
Fattori di rischio per l’arresto cardiaco improvviso
Medicinali e glicemia a digiuno
È stato riscontrato che alcuni farmaci comunemente utilizzati, come antibiotici e antipsicotici, così come i procinetici (medicinali per problemi gastrointestinali come nausea e vomito), possono essere collegati a un aumento del rischio di arresto cardiaco improvviso. Inoltre, livelli bassi di glicemia a digiuno sono stati associati a questo grave evento, che rappresenta una delle principali cause di mortalità.
Arresto cardiaco improvviso: una preoccupazione per la salute
L’arresto cardiaco improvviso è responsabile fino al 50% dei decessi cardiaci e del 20% della mortalità nei paesi ad alto reddito. Le persone con diabete di tipo 2 hanno un rischio doppio di subire un arresto cardiaco improvviso, ma prevedere questo evento è ancora difficile, specialmente in coloro che non hanno una storia di malattie cardiovascolari.
Studio sui fattori di rischio
Metodologia dello studio
Peter Harms e i suoi colleghi dell’Amsterdam UMC hanno condotto uno studio caso-controllo per valutare quali caratteristiche cliniche presenti nei registri dei medici di base siano associate all’arresto cardiaco improvviso in persone con diabete di tipo 2, con e senza una storia di malattie cardiovascolari. Lo studio ha coinvolto 3.919 individui con diabete di tipo 2, di cui 689 casi di arresto cardiaco improvviso avvenuti nella regione olandese di Noord-Holland tra il 2010 e il 2019.
Risultati dello studio
Alcune caratteristiche sono state associate a un aumento del rischio di arresto cardiaco improvviso sia in persone con che senza malattie cardiovascolari: storia di aritmie, comportamento sconosciuto riguardo al fumo, uso di insulina e uso di farmaci procinetici che prolungano l’intervallo QTc. In particolare, nei pazienti con malattie cardiovascolari, l’albuminuria moderata o grave e l’insufficienza cardiaca sono stati associati a un aumento del rischio di arresto cardiaco improvviso.
Nei pazienti senza malattie cardiovascolari, invece, una bassa glicemia a digiuno, ipertensione grave, dislipidemia e l’uso di farmaci antipsicotici e antibiotici che prolungano l’intervallo QTc sono stati collegati a un aumento del rischio.
Conclusioni e raccomandazioni
I risultati dello studio sottolineano la necessità per i medici di base di essere consapevoli dei pericoli di un controllo glicemico troppo rigido e della prescrizione di farmaci comunemente utilizzati come antibiotici, antipsicotici e procinetici. È fondamentale una gestione attenta del diabete di tipo 2 per ridurre il rischio di arresto cardiaco improvviso, tenendo in considerazione tutti i fattori di rischio identificati.