Le infrastrutture astronomiche di nuova generazione stanno ampliando la loro capacità di osservazione del cielo, cercando di svelare i misteri ancora irrisolti del cosmo. Per garantire che le osservazioni siano il meno possibile disturbate dalle luci artificiali e dalla turbolenza atmosferica, è fondamentale costruire i telescopi in aree remote e buie del pianeta. Ma è possibile realizzare queste strutture con un approccio sostenibile, contribuendo al fabbisogno energetico delle comunità locali? Come possono i sistemi energetici degli osservatori astronomici diventare rinnovabili e inclusivi? Uno studio pubblicato l’11 ottobre su Nature Sustainability propone un modello di comunità energetica che potrebbe aprire la strada a uno sviluppo vantaggioso per tutti dei nuovi progetti di infrastrutture astronomiche.
Il Deserto di Atacama: Un Luogo Ideale per l’Energia Solare
Un Ambiente Unico per l’Astronomia
Il deserto di Atacama, situato in Cile, è uno dei luoghi più adatti al mondo per l’osservazione astronomica. Con altitudini che variano tra i 3500 e i 5200 metri, l’altopiano di Chajnantor ospita importanti osservatori come l’Atacama Pathfinder Experiment (Apex) e l’Atacama Large Millimeter/Submillimeter Array (Alma). Tuttavia, l’isolamento di questa regione comporta che le strutture astronomiche siano spesso scollegate dalla rete elettrica nazionale, costringendole a fare affidamento su generatori diesel e a gas per le loro operazioni. Questi includono il raffreddamento criogenico degli strumenti e il movimento delle strutture del telescopio durante l’osservazione dei target astronomici.
Un Potenziale Energetico Sfruttabile
Il deserto di Atacama è un luogo ideale per lo sfruttamento dell’energia solare, grazie agli elevati livelli di irraggiamento solare, tra i più alti a livello globale secondo un report dell’American Meteorological Society del 2023. La comunità astronomica ha individuato l’opportunità di utilizzare l’energia in eccesso prodotta per il telescopio AtLast, attraverso pannelli solari, per alimentare San Pedro de Atacama. Questa città, una delle destinazioni turistiche più importanti del Cile dopo la Patagonia, si trova a circa cento chilometri dalla rete elettrica nazionale.
Comunità Energetiche: Un Modello di Sostenibilità
Un Consorzio per l’Energia Rinnovabile
Il modello proposto si basa sul concetto di “comunità energetiche”, un consorzio tra enti locali pubblici, privati e commerciali che investono o condividono infrastrutture energetiche. Questo approccio si fonda su un processo decisionale comunitario ed equo per tutte le parti coinvolte. Per promuovere la collaborazione, i ricercatori hanno organizzato workshop in cui i residenti locali e le altre parti interessate hanno potuto esprimere le loro opinioni sulle sfide e le opportunità di un sistema energetico più sostenibile nell’area di San Pedro.
Un Impatto Positivo sulla Comunità Locale
Lo studio ha dimostrato che l’integrazione di fonti di energia rinnovabile nella realizzazione del telescopio AtLast non solo fornirebbe sistemi energetici più sostenibili alla comunità astronomica dell’altopiano di Chajnantor, ma coprirebbe anche il 66% del fabbisogno energetico della vicina comunità di San Pedro de Atacama. Questo ridurrebbe la dipendenza locale dai combustibili fossili e favorirebbe la transizione energetica verso fonti sostenibili.
Il Ruolo dell’Astronomia nella Transizione Energetica
Un Esempio di Innovazione Sostenibile
La comunità astronomica è attivamente impegnata nel proporre soluzioni per ridurre la propria carbon footprint. Alcuni telescopi hanno già iniziato a integrare fonti energetiche rinnovabili nelle loro strutture. Ad esempio, il sito osservativo di La Silla, sempre in Cile, è alimentato per oltre il 50% da energia solare dal 2016. Nel 2022, il Very Large Telescope (VLT) e l’Extremely Large Telescope (ELT) hanno commissionato un parco fotovoltaico da 9 MW per evitare l’emissione di 1700 tonnellate di CO2 equivalente all’anno.
Un Futuro a Zero Emissioni
La necessità di ridurre le emissioni di carbonio in astronomia è diventata un punto cardine, con investimenti crescenti in tecnologie energetiche rinnovabili e una riduzione dei viaggi aerei per le riunioni internazionali. Le emissioni di CO2 equivalente del settore astronomico sono sempre più studiate e discusse, includendo considerazioni sulla giustizia energetica e l’impatto sociale delle infrastrutture astronomiche sulle comunità locali.
L’auspicio è che il modello proposto dallo studio possa essere un punto di partenza per tutti gli osservatori, sia per i telescopi che per le strutture di ricerca. L’astronomia, grazie alla sua influenza internazionale, può fungere da leva non solo per il progresso scientifico e tecnologico, ma anche per lo sviluppo delle comunità locali, fornendo un esempio nella transizione verso un mondo a zero emissioni.