Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti del nostro tempo, e i dati recenti non fanno che confermare la gravità della situazione. Dopo una serie senza precedenti di 15 mesi consecutivi di record di riscaldamento globale, il pianeta ha finalmente avuto un piccolo sollievo: il mese di settembre non ha infranto ulteriori record. Tuttavia, è stato comunque il secondo settembre più caldo mai registrato dal 1880. Oggi, le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto che evidenzia un enorme divario tra ciò che i paesi hanno promesso di fare per limitare il riscaldamento globale e ciò che hanno effettivamente realizzato.
Un Respiro per il Pianeta
Dopo che agosto ha continuato la serie di mesi caldi da record, settembre sembra aver portato un cambiamento modesto. Secondo i calcoli della NASA, la temperatura media della superficie terrestre è stata di 1,26 gradi Celsius sopra la media a lungo termine del periodo 1951-1980 per il mese. Questo rappresenta una diminuzione di alcuni decimi di grado rispetto al record di settembre 2023.
Analisi della NASA e della NOAA
La NASA ha fornito un’analisi dettagliata delle temperature di settembre, mostrando come queste si siano discostate dalla media a lungo termine a partire dal 1880. Sebbene settembre 2023 sia stato il più caldo mai registrato, il settembre appena trascorso non è stato molto lontano, posizionandosi al secondo posto. Anche la NOAA ha rilasciato la sua analisi, giungendo essenzialmente agli stessi risultati. La NOAA sottolinea inoltre che, fino ad oggi, la temperatura media globale è stata la più alta mai registrata, con Nord America, Sud America, Europa e Africa che si classificano al primo posto.
Impatto degli Eventi Climatici
Nonostante la tanto attesa pausa nella serie di calore, il 2024 è ancora quasi certo di battere il record per l’anno più caldo. Gavin Schmidt della NASA ha dichiarato che, con i dati di settembre ora disponibili, la previsione aggiornata è che il 2024 sarà quasi certamente un nuovo record annuale di temperatura superficiale, e possibilmente di oltre 0,1 gradi Celsius. C’è anche una probabilità del 50% che la temperatura media superficiale per l’anno superi di 1,5 gradi Celsius le temperature preindustriali.
Le Sfide del Futuro
Il superamento della soglia di 1,5 gradi Celsius è significativo perché, secondo l’Accordo di Parigi, quasi tutte le nazioni del mondo, inclusi gli Stati Uniti, si sono impegnate a limitare il riscaldamento globale causato dall’uomo a non più di 1,5 gradi Celsius. Ogni decimo di grado di riscaldamento è importante. Superare questa soglia potrebbe portare a ondate di calore più frequenti, siccità, incendi, precipitazioni intense e inondazioni. Potrebbero anche essere innescati diversi punti critici climatici, spingendo i sistemi terrestri da stati relativamente stabili a quelli drasticamente diversi, con conseguenze potenzialmente disastrose.
Il Ruolo degli Accordi Internazionali
Abbiamo già vissuto un periodo di 12 mesi durante il quale la temperatura media della superficie terrestre è rimasta al di sopra della soglia. È successo da luglio 2023 a giugno 2024, con una temperatura media globale di 1,64 gradi Celsius sopra la media preindustriale del 1850-1900, come calcolato dal Servizio di Cambiamento Climatico Copernicus dell’Unione Europea. Tuttavia, è troppo presto per dichiarare l’Accordo di Parigi un fallimento. I suoi obiettivi sono misurati su un decennio o più. Nel breve termine di mesi o anche di un anno o giù di lì, le temperature sono influenzate da variazioni climatiche naturali.
La Sfida delle Emissioni di Gas Serra
Nel lungo periodo, non siamo affatto vicini a limitare il riscaldamento globale a lungo termine a 1,5 gradi Celsius, secondo il rapporto delle Nazioni Unite. Infatti, le emissioni di gas serra sono salite a un nuovo massimo nel 2023 di 57,1 miliardi di tonnellate, espresse in termini di ”equivalente di anidride carbonica”. Rimanere al di sotto della soglia richiederà tagli rapidi e significativi delle emissioni di gas serra che intrappolano il calore, una riduzione del 7,5% ogni anno fino al 2035.
Appello alle Nazioni
Inger Andersen, Direttore Esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ha sottolineato che le promesse attuali non sono affatto vicine a questi livelli, mettendoci sulla strada per un riscaldamento globale di 2,6 gradi Celsius in questo secolo e richiedendo in futuro la rimozione costosa e su larga scala di anidride carbonica dall’atmosfera per ridurre il superamento. Per le delegazioni nazionali che si incontreranno in Azerbaigian il mese prossimo per i colloqui sul clima delle Nazioni Unite, Andersen ha fatto un appello deciso: “Niente più parole vuote, per favore.”
Il cambiamento climatico rimane una sfida complessa e urgente, e il tempo per agire è ora. Le azioni intraprese oggi determineranno il futuro del nostro pianeta e delle generazioni a venire.