Quando capita di parlare di giochi in realtà virtuale e di tempo accade spesso di sentirsi dire frasi come “È passato così tanto? Sembravano solo dieci minuti!”, “È volato proprio questo pomeriggio”.
La nostra percezione di tempo cambia a seconda del modo in cui lo impieghiamo e si possono spendere ore a giocare senza accorgersene. Uno studio condotto nell’università di Santa Cruz ha evidenziato un effetto chiamato compressione del tempo, dove esso scorre in maniera normale ma la percezione con cui il nostro cervello lo affronta e lo interpreta è differente.
Due ricercatori di psicologia di questa università californiana hanno progettato un esperimento che dimostra la differenza degli effetti e della percezione del tempo tra giocatori in realtà virtuale e quelli che utilizzano invece schermi convenzionali; hanno quindi realizzato un videogame a labirinti che potesse essere giocato in entrambe le modalità di gioco. Il test è stato effettuato su 41 studenti dell’UC di Santa Cruz; ai giocatori è stato chiesto di fermarsi ogni volta che fossero trascorsi, secondo loro, cinque minuti; nel frattempo i ricercatori cronometravano il tempo effettivo di gioco.
I risultati ottenuti sono stati sbalorditivi: lo studio ha infatti rilevato che i partecipanti al gioco in realtà virtuale hanno giocato il 28,5 % di tempo in più rispetto a quelli che hanno utilizzato i monitor convenzionali. Da questo si deduce che durante queste sessioni di gioco si perde la percezione reale del tempo.
La compressione del tempo è un argomento in continua scoperta e ricerca, sono stati eseguiti diversi esperimenti precedenti dove la realtà virtuale è, invece, servita per abbreviare la durata di trattamenti medici, come per esempio ai pazienti in chemioterapia. La diversa percezione del tempo può infatti risultare molto utile in alcuni contesti o situazioni, come i trattamenti medici o i viaggi lunghi.
“Non ti rendi conto di quanto tempo stai perdendo?”
La dipendenza e la poca percezione del tempo passato a giocare può portare a diversi fastidi e alterazione del sonno, nonché a sbalzi d’umore e nervosismo; questi effetti possono essere accentuati dalla realtà virtuale, il ricercatore Mullen afferma che i game designer dovrebbero adottare alcuni accorgimenti in merito, come introdurre un orologio a intervalli regolari per fornire la vera durata e permanenza sul gioco.
I due ricercatori hanno anche aggiunto che è importante continuare a studiare questi effetti sul corpo e il modo in cui il tempo viene percepito, per capire come mai la realtà virtuale crea questa differenza significativa. Secondo gli studiosi è possibile che, durante il gioco in realtà virtuale, si abbia meno consapevolezza del proprio corpo, condizione che comporterebbe un’alterazione della percezione dello scorrere del tempo.