Identificati oltre 100 geni associati all’ansia in un ampio studio multi-ancestrale
L’ansia è una delle malattie mentali più diffuse al mondo, con un impatto significativo sulla vita quotidiana di milioni di persone. Comprendere le cause genetiche che predispongono un individuo a sviluppare un disturbo d’ansia è fondamentale per migliorare le strategie di prevenzione e trattamento. Un recente studio condotto da un team di ricercatori del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Yale ha fatto luce su questo aspetto, identificando 115 geni associati all’ansia attraverso l’analisi di dati genetici provenienti da oltre 1,2 milioni di persone di diverse origini ancestrali.
Il contesto globale dell’ansia
La prevalenza dei disturbi d’ansia
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i disturbi d’ansia rappresentano la malattia mentale più comune a livello globale. Nel 2019, si stima che 301 milioni di persone nel mondo ne siano state affette. Questi disturbi possono manifestarsi in diverse forme, ma tutti hanno in comune un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone colpite. La comprensione delle cause e dei fattori di rischio è essenziale per sviluppare interventi efficaci.
Il ruolo della genetica
La genetica gioca un ruolo cruciale nella predisposizione ai disturbi d’ansia. Studi precedenti hanno cercato di identificare i geni coinvolti, ma spesso si sono concentrati su popolazioni di discendenza europea, limitando la generalizzabilità dei risultati. Il recente studio condotto dall’Università di Yale ha cercato di superare questa limitazione analizzando dati genetici di individui provenienti da cinque diversi gruppi ancestrali: europeo, africano, americano misto, sud-asiatico e est-asiatico.
La scoperta dei geni associati all’ansia
Metodologia dello studio
Il team di ricerca ha analizzato dati genomici su larga scala, esaminando anche come questi geni venivano espressi. I dati sono stati raccolti da sei diverse coorti, per un totale di 1.266.780 partecipanti. Questa vasta raccolta di dati ha permesso di identificare 115 geni associati all’ansia. L’analisi ha rivelato che questi geni sono espressi in diverse regioni del cervello, tra cui il cervelletto e il sistema limbico, aree già note per il loro coinvolgimento nei disturbi d’ansia.
Implicazioni delle scoperte
La scoperta di questi geni offre nuove prospettive sulla comprensione dei meccanismi biologici che sottendono i disturbi d’ansia. Secondo il dottor Renato Polimanti, autore senior dello studio, “questo sforzo evidenzia il potere degli studi genetici su larga scala nel dissezionare la complessa patogenesi dell’ansia, dimostrando come più geni che agiscono su diverse funzioni cerebrali contribuiscano a definire il rischio genetico individuale”. Inoltre, i geni identificati sono stati trovati correlati a condizioni come il dolore e i disturbi gastrointestinali, che spesso si verificano insieme all’ansia, oltre a altre condizioni psichiatriche come la depressione e la schizofrenia.
La diversità ancestrale nello studio
Superare le limitazioni degli studi precedenti
Uno dei principali punti di forza di questo studio è l’inclusione di dati genetici da individui di diverse origini ancestrali. Studi precedenti si sono spesso concentrati su popolazioni di discendenza europea, limitando la capacità di generalizzare i risultati ad altre popolazioni. Utilizzando dati da cinque diversi gruppi ancestrali, i ricercatori hanno potuto ottenere una comprensione più completa della struttura genetica dei disturbi d’ansia.
Importanza della diversità nei dati genetici
La dottoressa Eleni Friligkou, prima autrice dello studio, ha sottolineato l’importanza di aumentare la diversità negli studi genetici per comprendere meglio i correlati specifici dell’ansia legati all’ascendenza. “Il nostro sforzo evidenzia l’importanza di aumentare la diversità negli studi genetici per comprendere meglio i correlati specifici dell’ansia legati all’ascendenza, ma anche per sfruttare il potere della scoperta genetica trasversale alle diverse ascendenze”, ha dichiarato.
Conclusioni e prospettive future
Implicazioni per la ricerca futura
Le scoperte di questo studio aprono nuove strade per la ricerca sui disturbi d’ansia. Identificare i geni associati all’ansia e comprendere come questi influenzano le funzioni cerebrali può portare a nuovi approcci terapeutici. Inoltre, l’inclusione di dati genetici da diverse popolazioni ancestrali migliora la nostra comprensione delle varianti genetiche specifiche che possono influenzare il rischio di ansia in diverse popolazioni.
Verso una medicina personalizzata
Queste scoperte rappresentano un passo avanti verso una medicina più personalizzata. Comprendere i fattori genetici che contribuiscono ai disturbi d’ansia può aiutare a sviluppare trattamenti più mirati e efficaci. Inoltre, l’inclusione di diverse popolazioni ancestrali nei studi genetici garantisce che i risultati siano applicabili a una gamma più ampia di individui, migliorando così l’equità nella ricerca e nel trattamento delle malattie mentali. Lo studio condotto dall’Università di Yale rappresenta un importante progresso nella comprensione dei disturbi d’ansia. Identificando 115 geni associati all’ansia e analizzando dati genetici da diverse popolazioni ancestrali, i ricercatori hanno fornito nuove intuizioni sui meccanismi biologici che sottendono questi disturbi. Queste scoperte aprono la strada a nuove ricerche e trattamenti, avvicinandoci a una medicina più personalizzata e inclusiva.