Un mosaico di immagini di 378 satelliti su 101 sistemi simili alla Via Lattea, esaminate dal team Saga. Le immagini sono ordinate in base alla luminosità, da sinistra a destra. Crediti: Yao-Yuan Mao/Utah, Desi Legacy Surveys Sky Viewer. Dopo aver censito 101 sistemi galattici simili alla Via Lattea, i ricercatori del programma Saga (Satellite Around Galactic Analogs), iniziato nel 2013, hanno analizzato le unicità della nostra galassia per capire quanto sia anomala rispetto alle sue simili.
Il programma Saga e la Via Lattea
Obiettivi e metodologia della survey
Il programma Saga, avviato nel 2013, ha come obiettivo principale quello di caratterizzare i sistemi satellitari intorno a galassie ospiti con masse stellari simili a quelle della Via Lattea. Questi sistemi sono composti da galassie più piccole che orbitano intorno a una galassia più grande, chiamata galassia ospite. La Via Lattea, ad esempio, ospita diverse galassie satellite, tra cui la Grande Nube di Magellano (LMC) e la Piccola Nube di Magellano (SMC), entrambe visibili a occhio nudo dall’emisfero australe.
Risultati preliminari e analisi
Nel primo di tre studi, condotto da Yao-Yuan Mao della University of Utah, i ricercatori hanno identificato 378 galassie satellite in 101 sistemi di massa simile alla Via Lattea. Il numero di satelliti confermati per sistema varia da zero a tredici, rispetto ai quattro satelliti della Via Lattea. Questo suggerisce che la nostra galassia potrebbe ospitare meno satelliti rispetto ad altre galassie simili, soprattutto considerando l’esistenza della LMC. Saga ha infatti rilevato che i sistemi con una galassia satellite massiccia come la LMC tendono ad avere un numero totale di satelliti più elevato, rendendo la Via Lattea un’eccezione in questo contesto.
Implicazioni e studi successivi
Interazione tra galassia ospite e satelliti
Una possibile spiegazione per questa apparente differenza è che la Via Lattea ha acquisito la LMC e la SMC solo in tempi relativamente recenti. Questo risultato sottolinea l’importanza di comprendere l’interazione tra la galassia ospite e le galassie satellite, soprattutto quando si interpretano i dati osservativi della Via Lattea. Ekta Patel della NASA, che non fa parte del team Saga, ha commentato che l’ultima versione dei dati Saga aumenta significativamente il numero di sistemi simili alla Via Lattea che ospitano un compagno simile alla LMC, fornendo più di trenta ecosistemi galattici da confrontare con il nostro.
Formazione stellare nelle galassie satellite
Il secondo studio della serie, condotto da Marla Geha della Yale University, si concentra sulla formazione stellare nelle galassie satellite. I ricercatori hanno scoperto che le galassie satellite situate più vicino alla loro galassia ospite hanno maggiori probabilità di avere la formazione stellare “estinta” o soppressa. Questo suggerisce che i fattori ambientali giocano un ruolo cruciale nel plasmare il ciclo di vita delle galassie satellite.
Modelli teorici e previsioni future
Il terzo studio, condotto da Yunchong Wang, utilizza i risultati della survey Saga per migliorare i modelli teorici esistenti sulla formazione delle galassie. Basandosi sul numero di satelliti estinti, il modello prevede che le galassie estinte dovrebbero esistere anche in ambienti più isolati. Questa previsione sarà testabile nei prossimi anni con altre indagini astronomiche, come la Dark Energy Spectroscopic Instrument survey.
Nuove misurazioni e redshift
Oltre a questi risultati, il team di Saga ha pubblicato nuove misurazioni della distanza, o redshift, per circa 46.000 galassie. Yao-Yuan Mao ha spiegato che trovare queste galassie satellite è come trovare aghi in un pagliaio, poiché è necessario misurare il redshift di centinaia di galassie per identificarne una sola come satellite. Questi nuovi redshift permetteranno alla comunità astronomica di studiare una vasta gamma di argomenti oltre le galassie satellite.
Il programma Saga ha fornito importanti contributi alla comprensione dei sistemi galattici simili alla Via Lattea. I risultati ottenuti finora hanno evidenziato le peculiarità della nostra galassia e hanno aperto nuove strade per future ricerche nel campo dell’evoluzione galattica.