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Il buco dell’ozono non si sta ripristinando, sostiene una nuova ricerca

By Antonio Lombardi
Published 27 Novembre 2023
6 Min Read
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Il buco dell’ozono non si sta riprendendo, secondo uno studio recente

Il buco ‌dell’ozono sopra l’Antartide ⁣non sta mostrando segni di ripresa‌ come si pensava ⁣inizialmente, secondo un nuovo studio. Non tutti però sono convinti dai risultati di questa ricerca.

 

Il ​buco dell’ozono raggiunge la sua massima estensione⁣ nella stratosfera sopra l’Antartide il 21 settembre 2023, con un’area stimata di ⁢26 milioni di chilometri quadrati (10 milioni di miglia quadrate), rendendolo il dodicesimo buco dell’ozono più ‍esteso registrato dai satelliti dal 1979.

La storia della ripresa del ⁣buco dell’ozono ha ‌subito una battuta d’arresto con ⁣questa nuova‌ analisi meno promettente. Nuove ricerche hanno indicato che il buco dell’ozono è⁤ stato‍ notevolmente grande​ e ⁢di lunga durata⁢ negli ultimi quattro anni, suggerendo che potrebbe ⁣non‌ essere sulla buona strada per la ripresa ‌nei prossimi decenni come si sperava in precedenza.

 

D’altra parte, alcuni ricercatori nel campo non sono convinti ⁢dallo studio e ritengono che la ripresa del buco dell’ozono sembri ancora promettente, nonostante alcuni episodi sfortunati degli ultimi anni.

Nel nuovo studio, gli scienziati dell’Università di Otago in Nuova Zelanda ⁣hanno ⁤condotto un’analisi delle tendenze sulle ⁣fluttuazioni giornaliere e ⁤mensili del‌ buco dell’ozono tra il 2004 e ​il 2022, concludendo che il buco dell’ozono è stato “notevolmente‍ grande” negli ultimi quattro anni e ora ⁤contiene molto meno gas ozono al centro rispetto a ‍19 anni fa.

“Questo significa che il buco non è solo più ⁤grande nell’area, ma anche più profondo per la maggior parte della primavera”, ha dichiarato Hannah ‌Kessenich, autrice principale dello studio e dottoranda ​presso il Dipartimento‍ di Fisica dell’Università di Otago.

 

Lo strato di ozono è una ⁣regione della stratosfera tra i 15 e i 30 chilometri sopra la superficie terrestre che ha⁢ una concentrazione più elevata di ozono rispetto ad altre parti dell’atmosfera. Agisce come ‌uno scudo invisibile per il nostro pianeta, assorbendo ⁢gran parte⁢ dei raggi ultravioletti dannosi del sole.

Negli anni ’70 e ’80, gli scienziati hanno scoperto un buco nell’ozono sopra l’Antartide, suscitando una delle più grandi preoccupazioni ambientali degli⁣ ultimi tempi. Si è scoperto che lo strato si stava consumando a⁣ causa dei clorofluorocarburi (CFC), sostanze chimiche prodotte dall’uomo utilizzate come refrigeranti e solventi ⁢che possono agire‍ come sostanze che impoveriscono l’ozono una volta che vengono trasportate nella stratosfera.

Il buco dell’ozono al Polo Sud è costantemente‍ in movimento, aumentando e‍ diminuendo in base alle stagioni. Il buco dell’ozono aumenta di ‌dimensioni da agosto a ottobre,⁢ quando l’emisfero meridionale entra nella⁢ primavera ⁢e le temperature iniziano a salire. Continua a crescere fino a metà ottobre, quando le temperature si riscaldano a tal punto che il vortice ​polare si indebolisce e ⁤infine si disintegra.

 

Le dimensioni del buco dell’ozono​ fluttuano con le stagioni e hanno una significativa variabilità di anno in anno, rendendo difficile la misurazione.

Negli ultimi anni, ci sono state molte segnalazioni secondo ​cui il⁢ buco nell’ozono sembra stia diminuendo e potrebbe essere​ sulla⁢ buona strada per riprendersi completamente entro qualche‌ decennio, principalmente grazie al successo​ del progressivo abbandono dei CFC.

Questa ultima analisi sostiene che questa visione ottimistica potrebbe non essere necessariamente vera. Invece, sostengono che il ⁣cambiamento climatico sembra essere la causa di nuove fonti di impoverimento dell’ozono, che fanno aumentare il buco.

Tuttavia, altri ricercatori in questo campo​ ritengono che il nuovo studio possa esagerare ⁢il⁢ problema. Il buco nell’ozono varia di anno in anno a causa di molti fattori diversi, che alcuni scienziati ritengono⁢ che l’ultima ⁤analisi dell’Università ⁤di Otago​ non tenga pienamente conto.

Ad esempio, nel gennaio ⁢2022 si è verificata l’eruzione dell’Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, un’enorme esplosione sottomarina che ha immesso ⁣una quantità⁤ significativa di vapore acqueo nell’atmosfera terrestre e potrebbe ​avere un​ impatto sulle concentrazioni di ozono nella stratosfera. I dati del 2022, quindi, sono distorti a causa di questo evento ⁢eccezionale in modo non rappresentativo dell’immagine generale.

 

Molti altri fattori come questo potrebbero essere in gioco.

“Non sono convinto dei risultati dello studio”, ha dichiarato il dottor​ Martin Jucker, docente presso l’Università del Nuovo Galles del Sud e ricercatore associato ⁤presso il Centro di Eccellenza per gli Estremi Climatici dell’ARC, in un’altra dichiarazione.

“I ‍loro⁣ risultati si basano pesantemente sui grandi buchi dell’ozono che abbiamo visto ‌nel 2020-2022. Tuttavia,⁢ la ​letteratura esistente ha già trovato le ragioni di questi grandi buchi dell’ozono: il fumo degli incendi boschivi del 2019 e un’eruzione vulcanica (La Soufriere), oltre a una ​relazione generale tra la stratosfera polare e l’Oscillazione Meridionale di El‍ Niño: sappiamo che durante ‍gli anni di La Niña, il vortice polare nella ​stratosfera ‌tende ad essere più forte e più freddo del solito, il che significa che le concentrazioni di ozono saranno anche più basse durante quegli anni. ⁣Gli anni 2020-22 hanno‍ visto una rara tripla La Niña, ⁣ma questa relazione non ‍viene mai menzionata nello studio”, ha‍ spiegato il dottor Jucker.

Il nuovo studio è stato ⁤pubblicato sulla ⁤rivista Nature Communications.

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