Gli astronomi stanno ancora lavorando per comprendere la natura di oggetti misteriosi rilevati nello spazio profondo chiamati “quasar”, noti anche come sorgenti radio quasi stellari o oggetti quasi stellari.
I quasar sono tra gli oggetti più luminosi dell’Universo conosciuto. Alcuni di essi sono in grado di emettere un’energia luminosa da dieci a cento volte maggiore dell’intera Via Lattea. Anche solo il pensiero di vederne uno da vicino sarebbe accecante. Sull’origine dei quasar vi sono diverse ipotesi che li pongono in collegamento ai buchi neri.
La principale ipotesi sui buchi neri, coerente con la teoria della relatività di Einstein, afferma che sono punti infinitamente densi nello spazio dove la gravità è così potente da deformare il tessuto stesso dello spaziotempo, creando un cosiddetto orizzonte di fuga, un punto in cui neanche la luce può sfuggire all’estrema forza gravitazionale. L’immagine più ricorrente dei buchi neri li presenta infatti come enormi strutture circolari che inghiottiscono tutta la materia intorno ad essi.
Non tutti i buchi neri sono quasar, ma tutti i quasar sono accompagnati da buchi neri.
I quasar prendono vita quando i buchi neri super massicci iniziano a consumare materia a una velocità incredibile, così velocemente che il buco nero all’interno non può consumare tutto nella sua periferia. Il materiale gira intorno al buco nero e crea il cosiddetto disco di accrescimento, che si riscalda girando intorno al buco nero, rilasciando una luce brillante e visibile ed emissioni che possono essere viste solo in lunghezze d’onda gamma, radio e raggi X da speciali telescopi. La luce alle lunghezze d’onda visibili non può sfuggire ai buchi neri, almeno secondo i modelli di Albert Einstein, quindi la luce non proviene dal buco nero, ma dall’enorme attrito gravitazionale tra i materiali all’interno del disco di accrescimento – come gas e polvere – che circonda il buco nero producendo luce.
I quasar sono tra gli oggetti più antichi, luminosi e distanti nello spazio. Possono eclissare le galassie in cui esistono e persino bruciare più di un trilione di stelle messe insieme (circa cento volte più luminose delle loro galassie di origine). Quando hanno consumato il materiale intorno a loro, si attenuano e diventano semplicemente buchi neri supermassicci.
Per individuare un quasar, gli astronomi esaminano un potenziale candidato utilizzando diversi tipi di telescopi in grado di visualizzare oggetti a lunghezze d’onda di raggi X, radio, ultravioletti e infrarossi. Poiché la luminosità varia in base alla quantità di materiale presente nel disco di accrescimento, gli astronomi devono effettuare misurazioni precise e confrontarle con i dati precedenti.
Oltre a fenomeni di breve durata come i lampi di raggi gamma e le supernove, i quasar sono gli oggetti più luminosi dell’universo. I quasar si sono cominciati a studiare a partire dagli anni ’60 del ‘900, da allora si sono fatte molte scoperte riguardo la loro natura, ma tantissimo è ancora da scoprire.