Oggi, 11 ottobre 2024, ci troviamo a riflettere sugli effetti devastanti dell’uragano Milton, che ha colpito la Florida con una forza inaspettata. Questo evento meteorologico estremo ha sollevato importanti interrogativi sul ruolo del cambiamento climatico nell’intensificazione degli uragani. Un recente studio condotto dal gruppo scientifico internazionale World Weather Attribution ha rivelato che, senza l’influenza del riscaldamento globale, Milton avrebbe colpito come un uragano di categoria 2 anziché di categoria 3. Questo aumento di intensità ha reso Milton quasi il doppio più distruttivo, come confermato anche da una ricerca parallela dell’Imperial College di Londra.
Il ruolo del cambiamento climatico nell’intensificazione degli uragani
Analisi delle frequenze e delle velocità del vento
Secondo l’analisi del World Weather Attribution, gli uragani con velocità del vento simili a quelle di Milton sono diventati circa il 40% più frequenti. Inoltre, le velocità del vento associate a tempeste di simile rarità sono aumentate di quasi 11 mph (5 m/s), un incremento del 10% rispetto ai livelli preindustriali. Questo cambiamento è attribuito all’aumento di 1,3 gradi Celsius delle temperature globali. Senza il contributo del cambiamento climatico, Milton avrebbe colpito la Florida con venti di 110 mph, tipici di un uragano di categoria 2, invece dei 120 mph registrati, caratteristici di una categoria 3.
L’impatto delle piogge intense
Le piogge associate a Milton sono state amplificate dal cambiamento climatico, con un aumento dell’intensità compreso tra il 10% e il 50%. Questo fenomeno è stato osservato attraverso l’analisi delle tendenze climatiche degli ultimi 75 anni, senza ricorrere ai modelli tradizionali. L’aumento delle precipitazioni estreme è stato simile a quello osservato per l’uragano Helene, che ha colpito la stessa area due settimane prima. Le piogge più intense sono diventate circa due volte più probabili a causa del riscaldamento globale.
Temperature oceaniche e intensificazione degli uragani
Temperature oceaniche record
Lungo il percorso di Milton, le temperature oceaniche erano costantemente superiori di oltre 1 grado Celsius rispetto a un mondo senza cambiamento climatico. Questo riscaldamento ha reso le condizioni oceaniche tra 400 e 800 volte più propense a favorire l’intensificazione di un uragano maggiore. Il Climate Shift Index di Climate Central ha evidenziato come queste condizioni abbiano influenzato l’ambiente di Milton, facilitando il suo sviluppo e la sua intensificazione.
Conseguenze economiche e danni
Anche se un aumento del 10% nella velocità del vento di un uragano potrebbe sembrare trascurabile, l’impatto sui danni è esponenziale. Secondo la NOAA, un uragano di categoria 2 con venti di 161 km/h provoca danni dieci volte superiori rispetto a un uragano di categoria 1 con venti di 121 km/h. Questo include non solo i danni causati dai venti, ma anche quelli derivanti da mareggiate, inondazioni interne e tornado. Pertanto, un incremento del 10% nella velocità del vento può raddoppiare i danni causati da un uragano.
Conclusioni e riflessioni future
Implicazioni per il futuro
Gli studi condotti dall’Imperial College di Londra hanno stimato che il cambiamento climatico ha aumentato le velocità del vento di Helene e Milton rispettivamente del 13% e del 10%. Utilizzando una funzione di danno precedentemente pubblicata, i ricercatori hanno determinato che il 44% dei danni economici causati da Helene e il 45% di quelli causati da Milton sono attribuibili al cambiamento climatico. Tuttavia, questi dati potrebbero sottostimare i costi reali, poiché non considerano gli impatti economici a lungo termine come la perdita di produttività e il peggioramento delle condizioni di salute.
La necessità di azioni concrete
Questi risultati sottolineano l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico con azioni concrete e immediate. La comunità scientifica continua a lavorare per comprendere meglio le dinamiche degli uragani e il loro legame con il riscaldamento globale. È essenziale che i governi e le organizzazioni internazionali collaborino per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli effetti del cambiamento climatico, proteggendo così le comunità vulnerabili dagli eventi meteorologici estremi.