Quando si pensa ai reali inglesi si tende a fare delle associazioni legate per lo più alle rappresentazioni cinematografiche che, spesso, ritraevano nobili e reali come grande amanti di carne e birra, dando l’idea che ne facessero un uso costante e quasi eccessivo.
La realtà, però, è ben diversa; stando a diversi studi sulle antiche diete dei reali, è emerso che non vi erano grandi tracce di proteine. Questo ha dato modo di pensare che, a differenza di quanto riportato dai testi medievali, non erano soliti mangiare grandi quantitativi di carne.
Questa ipotesi, nel tempo, ha cominciato a diventare concreta grazie alle antiche prove testuali che indicavano le liste di cibo stilate dai reali. In questi schemi vi erano delle grandi quantità di carne e di birra e una moderata quantità di pane, senza menzionare verdure di alcun genere.
Queste liste, però, erano da associare, probabilmente, a elenchi di provviste che venivano consumate per eventi e banchetti speciali e quindi non risultavano generi alimentari per uso quotidiano.
Consumo ridotto di carne
Le diete dei reali, quindi, stando a questi studi, si basavano prevalentemente su piccole quantità di carne e formaggio, alternando questi cibi con patate e cereali integrali. C’era quindi un maggiore orientamento a diete vegetariane dove le proteine non derivavano necessariamente da carni animali.
Le feste e i banchetti, invece, prevedevano grandi quantitativi di carne di buoi da arrostire e a cui, probabilmente, prendevano parte anche i normali contadini. Ma appunto non era questa l’alimentazione tipica nel quotidiano.
Gli studiosi hanno teorizzato che i contadini liberi del regno pagassero una tassa sul cibo ai nobili anglosassoni e queste imposte sono state, nel tempo, dei preziosi indizi sugli inizi della regalità inglese e delle politiche fondiarie.