Il problema dell’invecchiamento rappresenta un processo naturale inevitabile che, secondo alcuni studi condotti da un gruppo di ricercatori esperti, potrà essere necessariamente migliorato e combattuto.
Cosa comporta l’invecchiamento e indebolimento del sistema immunitario
Haik Mkhikian, nel suo articolo, ha spiegato cosa si celi dietro un invecchiamento del sistema immunitario. Inevitabilmente, con lo scorrere del tempo, una persona ha una risposta maggiormente lenta agli agenti patogeni. Ecco perché ci si ammala con più facilità rispetto a un giovane.
Secondo i recenti studi sono i linfociti T a essere i responsabili di questa particolare situazione. Questi sono presenti nelle cellule del sistema immunitario e hanno il compito di attaccare i virus e i batteri che comportano le patologie come febbre, mal di gola e anche quelli maggiormente gravi.
Con il passare del tempo i linfociti T tendono a rallentare la loro attività. In tal modo le diverse informazioni inviate al sistema immunitario e alle altre cellule, che dovrebbero proteggere l’organismo, tendono a essere meno rapide del previsto.
Ciò comporta un indebolimento costante delle persone dinanzi agli attacchi esterni contro le difese immunitarie. Questo motiva anche come la fascia over 65 sia quella maggiormente a rischio di malattia per quanto concerne il Covid-19.
Come i nuovi studi potrebbero cambiare la situazione
Gli studi svolti dai ricercatori si sono focalizzati sulla composizione dei linfociti T, trovando le caratteristiche che comportano appunto un costante invecchiamento del sistema immunitario, il quale diviene meno efficiente.
Essendo queste cellule composte da glicani ramificati, in particolar modo dai carboidrati, si avvia un processo dove queste parti si aggiungono in maggior quantità alle cellule che devono proteggere il proprio organismo.
Ciò comporta un costante rallentamento delle diverse attività svolte dal sistema di protezione del corpo. Lo stesso stile di vita sedentario comporta una mutazione delle suddette cellule che diventano sempre meno reattive.
Quel che avviene è un lento ma costante indebolimento degli anticorpi naturali presenti nel proprio sistema immunitario. Proprio analizzando questo meccanismo gli studiosi hanno constatato come alcune proteine, se aggiunte ai linfociti T, impediscono la ramificazione dei glicani.
Ciò determina che il grado di attenzione delle cellule, responsabili di una corretta protezione del sistema immunitario, sia mantenuto ai massimi livelli, quindi la reazione prodotta dalla presenza di virus e batteri tende a essere immediata, come accade nel corpo di un giovane trentenne.
La scoperta e le nuove terapie
Tale scoperta avrà sicuramente un impatto positivo nelle terapie che vengono somministrate alle persone di tutte le età e di entrambi i sessi. Grazie a questa scoperta sarà quindi possibile mantenere il proprio corpo giovane anche quando l’età anagrafica avanza.
Questo poiché ogni persona ha i glicani T differenti, quindi stimolare la loro reazione comporta effettivamente un attento studio affinché vengano selezionate le giuste proteine e altre sostanze che permettono al sistema immunitario di essere costantemente reattivo.