Oltre ai pericoli derivanti da incendi, fughe di gas e crollo di edifici, i vigili del fuoco devono combattere contro un altro nemico: il cancro. Uno studio, condotto sui vigili del fuoco scesi in campo dopo l’attentato alle torri gemelle dell’undici settembre, lascia sbalorditi.
A quanto pare, i vigili in prima linea nell’attentato di New York hanno poi sviluppato nella loro vita molti più tumori ematologici (quindi del sangue) ed altre malattie di natura cardiovascolare rispetto ai colleghi non intervenuti sul luogo della tragedia in maniera diretta.
La ricerca, apparsa di recente sulla rivista scientifica Nature Medicine, ha ricondotto lo sviluppo di queste patologie all’elevata esposizione dei soccorritori ad agenti cancerogeni. Tra queste sostanze, altamente pericolose per la salute dell’uomo, figurano amianto, arsenico, benzene.
Il tentativo di portare in salvo quante più vite possibili li ha costretti, infatti, all’inalazione di un’altissima concentrazione di polveri, fumo, detriti e gas tossici. Quasi tutti non disponevano di un’adeguata protezione per il viso. Fumi ed esalazioni hanno continuato a protrarsi nei tre mesi successivi.
Alterazioni evidenti a livello del sangue
Dei 700 pompieri oggetto dello studio, circa i due terzi sono intervenuti in prima persona sul sito del World Trade Center. I restanti, con età e stile di vita analoghi, non ne hanno mai preso parte.
Ai soggetti del campione sono stati effettuati dei prelievi di sangue, successivamente messi a confronto in base a sesso, età ed etnia. La salute dei vigili del fuoco è rimasta monitorata fino alla morte o fino al 31 dicembre 2016.
I risultati ottenuti, grazie all’analisi del DNA, hanno evidenziato come nei soccorritori delle torri gemelle vi fosse un’elevata alterazione dovuta ad una mutazione delle cellule del sangue e riconducibile ad ematopoiesi clonale, fattore di forte rischio per lo sviluppo di tumore ematologico.
Per dare ulteriore riscontro ai risultati ottenuti, gli studiosi hanno condotto un esperimento parallelo su alcuni topi esponendoli ad una quantità di sostanze tossiche equivalente a quella presente al World Trade Center.
Dopo circa 30 giorni le loro cellule ematiche hanno presentato analoghe trasformazioni genetiche. I soccorritori sopravvissuti necessitano, dunque, di controlli costanti e screening accurati anche al fine di prevenirne ulteriori complicazioni per la propria salute.
Ad oggi le persone decedute per tumori o altre patologie sono più di quelle che hanno perso la vita nell’attacco terroristico. Dopo oltre vent’anni, l’undici settembre, continua a produrre i propri effetti devastanti, seppure in modo indiretto.