I farmaci antipsicotici, talvolta usati per alleviare determinati sintomi connessi all’autismo, nella maggior parte dei casi hanno effetti collaterali molto significativi. Questo rende necessario trovare terapie alternative che non producano ‘reazioni’ così deleterie per il paziente.
Uno studio recente, condotto dal ricercatore Robert L. Hendren ed il suo team, ha illustrato il legame tra autismo e batteri intestinali sulla nota rivista Nature Medicine. Questo legame ha indirizzato verso una sperimentazione medica che potrebbe rivelarsi preziosissima.
Gli autori fanno notare come la maggior parte delle persone con autismo presentano anche problemi gastrointestinali. Alcuni metaboliti batterici intestinali sembrano essere associati infatti a determinati tratti comportamentali.
Un nuovo farmaco mira a migliorare la qualità della vita delle persone con disturbo dello spettro autistico e si chiama AB-2004. Tale farmaco sarebbe in grado di rimuovere alcuni metaboliti dei batteri intestinali nell’intestino. Tra l’altro non produce effetti sistemici poiché non entra in circolo nel flusso sanguigno.
“Assunto per via orale, il farmaco si lega ai metaboliti aromatici correlati mentre passa attraverso il tratto gastrointestinale senza essere assorbito e alla fine viene espulso, riducendo efficacemente l’esposizione ai metaboliti sistemici”, spiegano gli autori.
I passi in avanti con gli studi di Fase I e Fase II
Inoltre sembrerebbe che riduca significativamente irritabilità e ansia, secondo i risultati di uno studio clinico di Fase I. Si è osservato un significativo miglioramento comportamentale, nonché nella salute gastrointestinale, dopo 8 settimane di trattamento.
In questo stesso lasso di tempo i ricercatori non hanno osservato effetti collaterali significativi correlati al farmaco che era stato somministrato a 30 giovani pazienti autistici ed affetti da problemi gastrointestinali.
Sebbene i miglioramenti dell’ansia persistessero per diverse settimane dopo la fine del trattamento, le riduzioni dell’irritabilità tornarono presto al valore basale. Si tratterebbe però di un primo passo davvero importante.
I ricercatori sono molto incoraggiati dai loro risultati e spiegano che “per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio interventistico che collega i metaboliti fenolici nell’intestino con le caratteristiche cliniche dell’autismo”.
L’obbiettivo principale dello studio era determinare il profilo di sicurezza del nuovo farmaco AB-2004 ed offrire in futuro un trattamento migliore di quelli attuali. Per il momento, visti i primi risultati incoraggianti, possiamo guardare al futuro con ottimismo.
Uno studio di Fase II controllato con placebo che coinvolge 195 giovani con autismo è già iniziato. La mancanza di opzioni terapeutiche sicure ed efficaci associate all’autismo, come irritabilità e ansia, è una sfida quotidiana che i bambini e le loro famiglie affrontano quotidianamente.
“Un approccio terapeutico mirato all’intestino, per mitigare il ruolo dei metaboliti batterici sui tratti associati all’autismo, sarebbe un’opzione ideale per affrontare la significativa esigenza di trattamento insoddisfatta”, dichiara Robert L. Hendren, ricercatore principale dello studio di Fase II.