Quando Giuseppe Piazzi scoprì Cerere nel 1801, non avrebbe mai immaginato che quel piccolo punto luminoso nel cielo sarebbe diventato uno dei corpi celesti più affascinanti del nostro Sistema Solare. Con il passare degli anni e l’avanzare della tecnologia, Cerere si è rivelato essere molto più di un semplice asteroide: è un pianeta nano con un grande potenziale astrobiologico, ricco di acqua e con una chimica complessa e diversificata. La missione Dawn della Nasa, che ha orbitato attorno a Cerere dal 2015 al 2018, ha svelato dettagli sorprendenti su questo corpo celeste, rivelando la presenza di un antico oceano di acqua salmastra, tracce di materia organica e segni di attività geologica recente.
La missione Dawn è stata la prima e finora unica a visitare Cerere, mappando quasi a livello globale la sua geologia, morfologia, topografia, struttura e chimica. I dati raccolti hanno mostrato che Cerere potrebbe essere un potenziale mondo oceanico abitabile, con tracce di un antico oceano subsuperficiale e la presenza di un’esosfera. Queste scoperte hanno aperto nuove prospettive sulla possibilità di vita al di fuori della Terra e sull’importanza di Cerere nella ricerca astrobiologica.
Grazie allo strumento Vir (Visible and infrared mapping spectrometer) a bordo della sonda Dawn, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e realizzato da Leonardo sotto la guida scientifica dell’Inaf, è stata rilevata una straordinaria diversità di specie chimiche su Cerere. All’interno di formazioni geologiche chiamate faculae, sono stati trovati fillosilicati, carbonati e cloruri, tra cui il comune sale da cucina. Questa varietà di composti chimici sottolinea il grande potenziale astrobiologico di Cerere e la sua complessità chimica.
Un team di astronomi guidato dall’Inaf ha recentemente scoperto, analizzando i dati raccolti dalla sonda Dawn, nuove tracce di composti chimici all’interno delle faculae del cratere Dantu. Questo cratere, con un diametro di 126 km, è una delle strutture più importanti sulla superficie di Cerere e offre una finestra sulla composizione del suo sottosuolo. Le faculae presenti nel cratere Dantu rappresentano il sistema spazialmente più esteso di tali formazioni geologiche al di fuori del cratere Occator.
Analizzando gli spettri delle faculae acquisiti dallo spettrometro Vir, gli scienziati hanno trovato nelle faculae bianche la firma di carbonati di sodio mescolati con fillosilicati. Tuttavia, nelle faculae gialle hanno trovato tracce di composti ricchi di ammonio, suggerendo l’esistenza di complessi sistemi idrotermali su Cerere. Questa scoperta è rilevante per la chimica prebiotica, poiché l’ammoniaca facilita i processi in soluzione acquosa e preserva i composti organici.
La scoperta di questi composti su Cerere è importante per diversi motivi: l’ammoniaca agisce da antigelo, preservando i composti organici; l’individuazione di aree ricche di composti dell’ammonio suggerisce l’esistenza di sistemi idrotermali; e l’ammoniaca può partecipare a numerose reazioni di chimica prebiotica. Queste scoperte arricchiscono ulteriormente la complessità chimica di Cerere e sottolineano l’importanza di questo pianeta nano nella futura esplorazione del Sistema Solare.
In conclusione, Cerere continua a sorprenderci con le sue scoperte e a giocare un ruolo fondamentale nella ricerca astrobiologica. Le nuove scoperte sul cratere Dantu e la presenza di composti ricchi di ammonio aprono nuove prospettive sulla possibilità di vita al di fuori della Terra e sull’importanza di continuare a esplorare questo affascinante corpo celeste.