Non di rado, si dice che il genere umano conosca di più l’Universo che il Pianeta Terra. Questa affermazione trova riscontro ogni qual volta la natura o la Terra stessa ci regala nuove scoperte, di cui nemmeno sospettavamo l’esistenza.
Abitiamo il pianeta da quasi 100 mila anni ma non sappiamo praticamente ancora niente sulla sua formazione. Resta un mistero tutto quanto è avvenuto di particolare per consentire la vita umana e di tutti gli altri esseri che popolano la Terra.
Per diversi decenni gli scienziati hanno ritenuto assodato il fatto che al centro della Terra ci fosse un solido nucleo di materiale ferroso ad altissima densità dovuta all’enorme pressione di tutto il mondo circostante.
Presenza di una sostanza ferrosa particolare
Una nuova ricerca ha portato alla luce una nuova possibile composizione del nucleo terrestre. Ciò è emerso utilizzando simulazioni computazionali ad alta pressione e ad alta temperatura basate sulla teoria della meccanica quantistica. La ricerca è consultabile su Nature.
Non sarebbe una “semplice” sfera di ferro ma una più complessa mescolanza di sostanze e leghe Fe-H, Fe-C e Fe-O presenti allo stato detto superionico. Questo è un particolare stato di materia che è una via di mezzo fra stato solido e stato liquido.
In questo stato le molecole di Ferro restano pressoché stabili ma le molecole che gli sono vicino con il legame chimico sono libere di muoversi liberamente e in maniera non ordinata, proprio come se fossero ad uno stato liquido.
Questa situazione non pare normale. La scoperta di questo nuovo stato della materia ridisegnerà forse tutti quei libri di scuola dove la Terra viene rappresentata con un nucleo solido ricoperto da un mantello di lava incandescente, per poi terminare con un piccolo strato di crosta terrestre.
Dinamiche che influenzano il campo magnetico
Al centro della Terra quindi si è scoperto esserci una specie di poltiglia ferrosa, con un’altissima pressione e un’altissima temperatura che tende ad essere sia solida che liquida. Chiaramente questo emerge in base alla simulazione, che si presume sia in linea con la realtà.
Nel giro di qualche anno potrebbe finalmente essere spiegato in maniera migliore il processo di creazione delle correnti a convezione che generano il campo magnetico terrestre e che ogni tanto lo fanno mutare e cambiare leggermente di posizione.
Come ha detto il professor Hrvoje Tkalčić, capo di sismologia e geofisica matematica presso l’Australian National dell’Università di Canberra, purtroppo ancora la tecnologia non è in grado di provare sul campo queste teorie.
Lo studio dei fenomeni che avvengono sotto la superficie terrestre ha compiuto grandissimi passi in avanti nel corso degli ultimi anni. Ciò sta consentendo di ottenere e fornire indicazioni sempre più precise.