Quando si parla di salute, uno degli argomenti più discussi negli ultimi anni, riguarda sicuramente il consumo di carne. In questa sede tralasciamo le varie implicazioni etico e ambientali riguardo la produzione intensiva degli allevamenti, che si stanno facendo sempre più pressanti.
L’aspetto legato alla salute è quello che preoccupa maggiormente. Diversi studi stanno dimostrando come il rischio di cancro diminuirebbe sensibilmente seguendo una dieta vegetariana, o quantomeno diminuendo l’assunzione di carne.
Stando ai risultati di uno studio fatto dall’Università di Oxford, dal team guidato da Cody Watling, pubblicati dalla rivista Bmc, mangiare meno di 5 porzioni di carne a settimana, o non mangiarla affatto, ridurrebbe l’insorgere di tumori. Ci riferiamo in particolare quelli alla prostata, al seno e al colon-retto.
I risultati della ricerca nel dettaglio
Lo studio, durato ben 11 anni, si basa su un campione di 472.377 adulti britannici, divisi in quattro gruppi: i regolari consumatori di carne, quelli che la consumano occasionalmente (ovvero meno di cinque volte a settimana), i pescetariani e i vegetariani.
È stato possibile riscontrare che il rischio di sviluppare il cancro era del 14% più basso nei soggetti vegetariani o vegani, rispetto ai consumatori di carne. Coloro che consumavano pesce, ma non carne, avevano una percentuale del 10% inferiore di sviluppare la nepolasia.
Coloro che invece, durante la fase di studio, riducevano il proprio consumo di carne settimanale a meno di cinque volte, avevano un rischio del 2% più basso. Ciò avvalorerebbe la tesi di una riduzione quasi totale dell’apporto di carne nell’alimentazione.
Seppur ampio, questo studio non può provare il nesso di casualità. Non si tiene conto di molteplici altri fattori, che pur hanno chiare influenze sulla salute degli individui. Fra questi fattori citiamo lo stile di vita, il fumo e il consumo di alcol.
Per questo per poter definitivamente dimostrare che esiste un collegamento tra l’insorgere di tumori e il consumo regolare di carne dovremmo attendere altri e più approfonditi studi. Ci sono però degli indizi fin d’ora abbastanza concreti.