Il dibattito sull’origine del COVID-19 è stato uno dei temi più discussi e controversi sin dall’inizio della pandemia. Mentre la maggior parte delle ricerche si è concentrata sull’ipotesi di un’origine zoonotica, ovvero il passaggio del virus da un animale all’uomo, una recente pubblicazione sulla rivista accademica “Risk Analysis” ha messo in luce la possibilità che il virus possa avere avuto origine in maniera non naturale, ovvero da un laboratorio.
Gli autori dello studio hanno utilizzato uno strumento di analisi del rischio, noto come modified Grunow-Finke assessment tool (mGFT), per valutare la probabilità che l’epidemia di COVID-19 sia derivata da fonti naturali o innaturali. Questo strumento, che si basa sull’analisi di specifici criteri ed evidenze legate all’epidemia in questione, non può fornire una prova definitiva sull’origine specifica del COVID-19, ma suggerisce che l’ipotesi di un’origine da laboratorio non può essere facilmente scartata.
Il mGFT è una metodologia progettata per valutare la probabilità che un’epidemia abbia origine da fonti naturali o innaturali, come ad esempio un laboratorio. Questo strumento è un’adattamento del Grunow-Finke assessment tool originale, sviluppato per valutare in modo più sistematico il rischio e l’origine di focolai di malattie infettive.
Il mGFT opera analizzando criteri specifici e prove relative al focolaio in questione, come la distribuzione geografica della malattia, la presenza del patogeno nei laboratori, il serbatoio naturale del virus, la tempistica dell’epidemia rispetto ad altri eventi e qualsiasi modello insolito nella diffusione o manifestazione della malattia.
Ogni criterio viene valutato in base alle prove disponibili e questi punteggi vengono poi compilati per fornire una valutazione complessiva. Lo strumento aiuta ricercatori, epidemiologi e funzionari della sanità pubblica a valutare sistematicamente i dati e a determinare l’origine più probabile di un focolaio, supportando decisioni più informate sulle risposte alla salute pubblica e sulle indagini relative all’origine delle malattie.
Applicando il mGFT all’origine del SARS-CoV-2, i ricercatori hanno valutato 11 criteri, ottenendo un punteggio di 41 su 60 (68%), con un’elevata affidabilità inter-valutatore (100%). Questo punteggio indica una maggiore probabilità di un’origine innaturale rispetto a quella naturale del SARS-CoV-2.
Uno degli aspetti più significativi che emerge dalla ricerca è la mancanza di prove definitive, come la presenza di un ospite animale intermedio, che supportino l’ipotesi di un’origine zoonotica. Questo elemento, insieme ai risultati ottenuti attraverso l’uso del mGFT, suggerisce che l’ipotesi di un’origine da laboratorio non può essere facilmente esclusa e richiede ulteriori indagini.