Un recente studio condotto dall’Università di Essex ha portato a una scoperta rivoluzionaria: un sorriso, anche breve, può rendere i volti neutri più felici. Questa ricerca, che ha utilizzato la stimolazione elettrica per influenzare la percezione emotiva, apre nuove strade per comprendere il feedback facciale e sviluppare trattamenti per i disturbi dell’espressione emotiva.
Lo studio, guidato dal Dr. Sebastian Korb del Dipartimento di Psicologia, ha dimostrato che persino un sorriso debole e breve può far apparire i volti più gioiosi. L’esperimento pionieristico si è ispirato alle fotografie rese famose da Charles Darwin e ha utilizzato la stimolazione elettrica per indurre i sorrisi. Una corrente indolore ha manipolato i muscoli per un breve istante, creando un sorriso incontrollabile.
Questa è la prima volta che la stimolazione elettrica facciale si è dimostrata in grado di influenzare la percezione emotiva. Il Dr. Korb spera che la ricerca possa esplorare potenziali trattamenti per la depressione o disturbi che influenzano l’espressione, come il Parkinson e l’autismo.
Utilizzando i computer, il team è stato in grado di controllare l’inizio dei sorrisi con precisione al millisecondo. In totale, 47 persone hanno partecipato allo studio dell’Università di Essex, pubblicato in Social Cognitive and Affective Neuroscience.
Ai partecipanti sono stati mostrati avatar digitali e gli è stato chiesto di valutare se sembravano felici o tristi. In metà dei casi, i muscoli del sorriso venivano attivati all’apparizione del volto. È emerso che produrre un sorriso debole per 500 millisecondi era sufficiente per indurre la percezione della felicità.
Il Dr. Korb afferma che i risultati aiutano a comprendere il feedback facciale e spera di ampliare lo studio. “Attualmente stiamo conducendo ulteriori ricerche per esplorare ulteriormente il fenomeno in partecipanti sani. In futuro, tuttavia, speriamo di applicare questa tecnica per esplorare il riconoscimento delle emozioni facciali, per persone con condizioni come il Parkinson, che sono note per avere una mimica facciale spontanea ridotta e un riconoscimento delle emozioni facciali compromesso”, ha detto.
Inoltre, sono state pubblicate delle linee guida per consentire ad altri ricercatori di iniziare a utilizzare in sicurezza la stimolazione elettrica dei muscoli facciali.
In conclusione, lo studio dell’Università di Essex ha aperto nuove prospettive sulla comprensione del feedback facciale e sul potenziale impatto che un semplice sorriso può avere sulla percezione delle emozioni altrui. Con la possibilità di applicazioni cliniche future, questa ricerca potrebbe portare a nuovi trattamenti per coloro che soffrono di disturbi dell’espressione emotiva.