La ricerca di alternative sostenibili all’allevamento tradizionale di bestiame sta portando gli scienziati a esplorare nuove possibilità, tra cui quella di utilizzare i serpenti come fonte di cibo. In particolare, i pitoni reticolati (Malayopython reticulatus) e i pitoni birmani (Python bivittatus) sono già allevati in alcune parti del Sud-est asiatico per la loro carne. Un recente studio ha evidenziato come questi giganti possano rappresentare un’opzione “flessibile ed efficiente” rispetto ad altri animali da allevamento, grazie alla loro sorprendente sostenibilità e al fatto che offrono carne ricca di proteine ma povera di grassi saturi.
I pitoni si dimostrano particolarmente adatti alle esigenze dell’allevamento commerciale. Questi enormi rettili crescono rapidamente, raggiungendo la maturità entro tre anni, e sono altamente fertili, capaci di produrre fino a 100 uova ogni anno per due decenni. L’allevamento di pitoni è una pratica consolidata in alcune parti dell’Asia, dove vengono regolarmente raccolti per la loro carne.
Nonostante vengano nutriti solo una volta a settimana, i pitoni crescono fino a 46 grammi al giorno. Tra i pitoni birmani, si è scoperto che per ogni grammo di carne di pitone raccolto, vengono consumati solo 4.1 grammi di cibo, rendendoli molto più efficienti di altri animali da allevamento. Inoltre, si è scoperto che le fattorie di pitoni producono meno gas serra rispetto agli allevamenti di animali a sangue caldo, come bovini, suini e pollame.
I serpenti consumano pochissima acqua, il che rappresenta un altro grande vantaggio per la sostenibilità. Richiedono una quantità minima di acqua e possono persino vivere della rugiada che si deposita sulle loro scaglie al mattino. Inoltre, necessitano di poco cibo e si nutrono di roditori e altri parassiti che attaccano le colture alimentari.
Considerando tutti questi benefici, i ricercatori ritengono che più paesi dovrebbero iniziare a valutare la possibilità di avviare l’allevamento commerciale di pitoni. Potrebbe essere un’impresa adatta per alcuni paesi a basso reddito che già affrontano insicurezza alimentare e soffrono di carenze proteiche. Tuttavia, ritengono che sia improbabile che l’allevamento su larga scala di pitoni prenda piede in Nord America, Europa o Australia.
In conclusione, mentre il mondo cerca di liberarsi di un’agricoltura che emette gas serra, i pitoni giganti potrebbero rivelarsi un’alternativa più sostenibile e scivolosa al manzo, al maiale e al pollo. Con la loro carne che ricorda il sapore del pollo e la loro sorprendente adattabilità all’allevamento commerciale, i pitoni potrebbero diventare una fonte di cibo sostenibile e nutriente per il futuro.