La depressione è una malattia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, e la ricerca di nuovi metodi per affrontarla è costante. Uno studio rivoluzionario condotto dalla University of Pittsburgh School of Medicine ha rivelato che gli odori familiari possono aiutare le persone depresse a richiamare alla mente ricordi vividi e specifici, offrendo un nuovo approccio basato sugli odori per aiutare nella loro guarigione.
La ricerca, pubblicata su JAMA Network Open, ha coinvolto un team di ricercatori della University of Pittsburgh School of Medicine e assistenti sociali di UPMC. Lo studio ha dimostrato che gli odori familiari sono più efficaci delle parole nel richiamare alla mente un ricordo di un evento specifico e potrebbero persino essere utilizzati in ambito clinico per aiutare le persone depresse a uscire dai cicli di pensieri negativi e ristrutturare i modelli di pensiero, favorendo una guarigione più rapida e fluida.
La Dott.ssa Young ha presentato ai partecipanti dello studio una serie di fiale di vetro opaco contenenti odori potenti e familiari, dagli agrumi al caffè macinato, fino al lucido per scarpe e persino al Vicks VapoRub. Dopo aver chiesto ai partecipanti di annusare la fiala, ha loro chiesto di richiamare alla mente un ricordo specifico, indipendentemente dal fatto che fosse positivo o negativo.
I risultati hanno sorpreso la Dott.ssa Young, scoprendo che il richiamo della memoria era più forte negli individui depressi che ricevevano stimoli olfattivi rispetto a quelli verbali. Coloro che ricevevano stimoli olfattivi avevano maggiori probabilità di richiamare alla mente un ricordo di un evento specifico (ad esempio, che erano andati in un caffè il venerdì precedente) piuttosto che ricordi generali (che erano stati in caffè in passato). I ricordi stimolati dagli odori erano anche molto più vividi e sembravano più immersivi e reali. In modo entusiasmante, anche se la Dott.ssa Young non ha indirizzato i partecipanti a richiamare specificamente ricordi positivi, i risultati indicano che i partecipanti erano più propensi a ricordare eventi positivi.