Gli effetti sulla Terra della tempesta solare di 9200 anni fa hanno portato gli scienziati ad una conclusione. Allo stato attuale il pianeta non sarebbe nelle condizioni di poterne sopportare un’altra simile, non si hanno abbastanza contromisure.
Queste conclusioni si basano sul fatto che l’antica tempesta solare ha lasciato dei segni profondi, specie nei ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide. Si è arrivati a verificare che una nuova tempesta solare di tale potenza potrebbe addirittura paralizzare gli attuali sistemi di comunicazione.
A destare ulteriore preoccupazione è il fatto che oltre 9000 anni fa, la tempesta si è formata quando il Sole si trovava nel punto minimo del suo ciclo undecennale. Inoltre, le tempeste solari non sono attualmente valutate per quelli che potrebbero essere gli effetti sulle nostre moderne tecnologie.
Come si forma una tempesta solare? Questo effetto si presenta quando le linee del campo magnetico presenti sulla corona solare si aggrovigliano per poi riposizionarsi rapidamente; questa dinamica comporta potenti raffiche di plasma magnetico che, sospinte dal vento solare, navigano nel cosmo.
Piccole tempeste solari possono comportare un malfunzionamento dei nostri satelliti. Quelle di maggiore potenza, come quella di Halloween del 2013, possono comportare interruzioni dell’energia elettrica e comportare danni alle infrastrutture elettriche.
Secondo alcuni studiosi, gli effetti di una potente tempesta solare potrebbero addirittura riguardare i grossi cavi di comunicazione sottomarini con la conseguenza che le connessioni internet a livello mondiale potrebbero essere interrotte per diversi mesi.
I tentativi di prevedere una violenta tempesta solare
La probabilità che possa verificarsi una tempesta solare, di qualsiasi potenza, è di solito maggiormente concentrata ogni 11 anni, ossia quando il Sole raggiunge il massimo della sua attività, in particolar modo di quella magnetica nella corona solare.
Un monitoraggio delle esplosioni solari viene oggi effettuato con i satelliti che le tengono sotto controllo, ma cercare di prevenire gli effetti è complicato. Tuttavia sapere in anticipo la provenienza delle radiazioni è d’obbligo, visti i rischi presenti anche per gli astronauti in orbita.
Oggi si studiano alcune particelle magnetiche, denominate radionuclidi cosmogenici, che generano dei campi magnetici quando entrano in contatto con l’atmosfera terrestre. Inoltre queste particelle sono presenti sia neghi anelli degli alberi che nelle carote dei ghiacci.
Proprio lo studio dei carotaggi dell’Antartide e della Groenlandia ha evidenziato come ci fosse un picco nella concentrazione di queste particelle proprio 9200 anni fa, a conferma della potente tempesta solare che si è abbattuta sul nostro pianeta.
Ulteriori studi hanno inoltre evidenziato come questa tempesta si sia caratterizzata per una notevole intensità, forse la più potente mai avvenuta. Lo si definisce anche come un vero e proprio tsunami solare. Oggi ci si troverebbe completamente impreparati.
Per riuscire a prevedere quando possa verificarsi una nuova tempesta solare, occorre quindi studiare con attenzione i carotaggi a disposizione in modo da poter comprendere se esistono degli eventi estremi che possono verificarsi oltre il ciclo periodico degli 11 anni di attività solare.