Il bacino del Fiume delle Perle, situato nel sud della Cina, è stato teatro di numerosi eventi alluvionali legati ai cambiamenti climatici, con effetti notevoli sull’ecologia locale, l’agricoltura e la società. Uno studio recente sottolinea l’importanza di comprendere i modelli storici di inondazione per prevedere eventi futuri e i loro potenziali effetti sulla civiltà umana.
Le inondazioni fluviali: un disastro globale
Le inondazioni fluviali rappresentano uno dei disastri più catastrofici a livello mondiale. Il Fiume delle Perle, il corso d’acqua più lungo del sud della Cina, in particolare la sua parte inferiore densamente popolata e con un’intensa attività economica, è stato identificato come una delle regioni più vulnerabili al mondo all’esposizione alle inondazioni. Più di 400 grandi disastri alluvionali sono stati documentati nel bacino del Fiume delle Perle negli ultimi 2000 anni. Le simulazioni dei modelli suggeriscono addirittura che il riscaldamento superficiale futuro potrebbe aumentare sia l’intensità che la frequenza delle piogge estreme in questa regione.
La storia come chiave per il futuro
Per valutare la previsione di future inondazioni catastrofiche, un team internazionale di scienziati guidato dal Prof. Zhuo Zheng (Scuola di Scienze della Terra e Ingegneria, Università Sun Yat-sen) e dal Prof. Yongqiang Zong (Istituto di Geografia di Guangzhou, Accademia delle Scienze del Guangdong) ha cercato di ricostruire la storia dettagliata delle grandi inondazioni nell’area inferiore del Fiume delle Perle.
Risultati dello studio sui depositi alluvionali
In questo studio, Chen et al. riportano una serie di strati di argilla bianca e grigia intercalati nettamente con sedimenti torbosi ricchi di legno nella contea di Gaoyao, a ovest del delta del Fiume delle Perle. Attraverso la correlazione dei profili, l’analisi sedimentaria e la datazione al radiocarbonio, hanno identificato sette strati di argilla con uno spessore di 5-40 cm negli ultimi 6000 anni, interpretati come depositi alluvionali (designati FL1-FL7).
Influenze climatiche sulle inondazioni storiche
Il contesto climatico relativo a queste grandi inondazioni è risultato corrispondere al periodo di indebolimento dei monsoni estivi asiatici, indicato dai dati δ18O delle stalagmiti cinesi e da una maggiore frequenza dell’El Niño-Southern Oscillation (ENSO). Pertanto, gli autori suggeriscono che le passate grandi inondazioni nell’area inferiore del Fiume delle Perle siano state probabilmente innescate da un monsone estivo debole e da un ENSO potenziato.
Impatto delle inondazioni sull’ecologia e l’agricoltura locali
Un’analisi pollinica è stata eseguita per rivelare la storia della foresta umida di Glyptostrobus. L’albero di Glyptostrobus si è gradualmente espanso a partire da 5200 anni fa, diventando dominante dopo l’evento FL3 di 4200 anni fa. Tuttavia, la foresta umida è diminuita bruscamente 2100 anni fa, coincidendo con l’ascesa dell’agricoltura intensiva del riso. Le zone umide naturali erano luoghi ideali per i primi campi di riso, e la scomparsa di Glyptostrobus nel Sud-est asiatico serve come esempio interessante di come l’agricoltura del riso potesse impattare su alcune specie endemiche.
Inoltre, la prima inondazione FL1 coincise con la fine della cultura Dingsishan circa 6000 anni fa. Le megainondazioni svolgono anche un ruolo centrale in alcune famose storie o leggende antiche. Nel bacino del Fiume delle Perle, la Madre Drago è venerata come una dea dell’acqua e protettrice dalle inondazioni. L’origine di questa cultura di adorazione può essere fatta risalire alla dinastia Qin (221-207 a.C.), in coincidenza cronologica con l’inondazione FL5. L’inondazione FL7 coincise con l’inizio della costruzione degli argini lungo il fiume West Pearl locale durante la dinastia Song. Gli autori sostengono che le ricorrenti megainondazioni hanno avuto impatti notevoli sullo sviluppo della civiltà locale e della società umana nel bacino del Fiume delle Perle.