Le Alpi Europee sono un patrimonio naturale di inestimabile valore, ma secondo uno studio condotto dall’Università di Losanna e dai suoi partner, il loro futuro è a rischio a causa del riscaldamento globale. I ricercatori hanno utilizzato modelli avanzati di intelligenza artificiale per prevedere che, se il riscaldamento globale si fermasse oggi, si verificherebbe comunque una perdita del 34% del volume di ghiaccio delle Alpi entro il 2050. Se invece le tendenze attuali dovessero continuare, la perdita potrebbe arrivare fino al 65%.
La situazione attuale e le proiezioni ottimistiche
Anche se il riscaldamento globale dovesse fermarsi completamente, il volume di ghiaccio nelle Alpi Europee è destinato a diminuire del 34% entro il 2050. Questa è la previsione di un nuovo modello informatico sviluppato da scienziati della Facoltà di Geoscienze e Ambiente dell’Università di Losanna, in collaborazione con l’Università di Grenoble, l’ETHZ e l’Università di Zurigo. In questo scenario, sviluppato utilizzando algoritmi di apprendimento automatico e dati climatici, il riscaldamento si ferma nel 2022, ma i ghiacciai continuano a subire perdite a causa dell’inerzia nel sistema clima-ghiacciaio. Questa previsione, la più ottimistica, è tuttavia lontana da uno scenario futuro realistico, poiché le emissioni di gas serra continuano ad aumentare in tutto il mondo.
La realtà: una perdita superiore alla metà del volume di ghiaccio
Una proiezione più realistica dello studio mostra che, senza cambiamenti o misure drastiche, se la tendenza allo scioglimento degli ultimi 20 anni dovesse continuare, quasi la metà (46%) del volume di ghiaccio delle Alpi scomparirà effettivamente entro il 2050. Questa cifra potrebbe addirittura salire al 65%, se si estrapolano i dati degli ultimi dieci anni da soli.
2050: un futuro prossimo
A differenza dei modelli tradizionali, che proiettano stime per la fine del secolo, il nuovo studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, considera il breve termine, rendendo più facile vedere la rilevanza nella nostra stessa vita e incoraggiando quindi all’azione. Quanti anni avranno i nostri figli nel 2050? Ci sarà ancora neve nel 2038, quando la Svizzera potrebbe ospitare i Giochi Olimpici? Queste stime sono tanto più importanti in quanto la scomparsa di chilometri di ghiaccio avrà conseguenze significative per la popolazione, le infrastrutture e le riserve idriche.
L’intelligenza artificiale migliora i modelli
Le simulazioni sono state effettuate utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale. I ricercatori hanno utilizzato metodi di deep learning per addestrare il loro modello a comprendere concetti fisici e lo hanno alimentato con dati climatici e glaciologici reali. “L’apprendimento automatico sta rivoluzionando l’integrazione di dati complessi nei nostri modelli. Questo passaggio essenziale, precedentemente notoriamente complicato e costoso in termini di calcolo, sta ora diventando più accurato ed efficiente”, spiega Guillaume Jouvet, professore alla FGSE e coautore dello studio.
Le implicazioni per il futuro
I dati utilizzati per costruire gli scenari si sono fermati nel 2022, un anno seguito da un’estate eccezionalmente calda. È quindi probabile che la situazione sarà ancora peggiore di quella presentata nello studio, afferma Samuel Cook, ricercatore all’UNIL e primo autore dello studio. Le previsioni sono allarmanti e richiedono un’azione immediata per mitigare gli effetti del riscaldamento globale e preservare il patrimonio naturale delle Alpi per le generazioni future.