Chiamato anche pianeta rosso per l’enorme quantità di ossido di ferro presente sulla sua superficie, Marte è tra i pianeti più piccoli del sistema solare. Tra le peculiarità, figura un ciclo stagionale incredibilmente simile a quello terrestre. Basti pensare alla presenza di alcune calotte di ghiaccio ai poli del pianeta.
In base a diversi studi realizzati grazie a tutti i dati raccolti negli ultimi anni dalle diverse sonde, si è scoperto che il nucleo di Marte si è formato nell’arco di 50 milioni di anni dalla nascita del sistema solare.
Alcuni scienziati planetari hanno inoltre rilevato, tramite alcune caratteristiche fisiche del pianeta, la presenza di antichi tsunami, i quali indicano l’originaria presenza di oceani. Alcune immagini rivelano inoltre l’esistenza di diversi canali naturali, ma anche la presenza di un enorme oceano.
Che fine ha fatto l’acqua
Questo vasto oceano, probabilmente esistente, è denominato dai ricercatori come Oceanus Borealis. Tra i dilemmi fondamentali riguardanti il pianeta rosso vi è quello di scoprire quale sia stata la sorte di queste ingenti quantità d’acqua, dal momento che ad oggi non vengono più rilevate.
Una delle ipotesi più plausibili secondo la scienza è che tutta l’acqua presente si possa essere ghiacciata ai poli o penetrata nel sottosuolo. L’antico Marte era quindi probabilmente un pianeta sia gelido che umido allo stesso tempo.
La presenza di grandi quantità d’acqua sulla superficie generalmente è indice di un clima caldo e umido, ma allo stesso tempo i ghiacciai e le diverse prove scientifiche dimostrano che il pianeta ha sempre goduto di un clima piuttosto freddo anche in origine.
Clima in passato sia freddo che umido
Ecco perché i ricercatori parlano di una possibile terza opzione climatica. Nelle ultime scoperte pubblicate presso l’Accademia Nazionale delle Scienze, gli scienziati teorizzano infatti uno scenario umido. Ciò spiegherebbe la coesistenza tra un clima gelido e la presenza di un oceano allo stato liquido.
Oggi la temperatura del pianeta varia raggiungendo i 20°C in estate fino ad arrivare a inverni polari con temperature che toccano i -140°C. La sua atmosfera oltre ad essere fredda è anche rarefatta, tale da generare curiose nubi di ghiaccio, fenomeno che sembra essere esclusivo di questo pianeta.
Nel 2008, la famosa sonda Phoenix Lander, appartenente alla Nasa, aveva osservato la presenza di un particolare pulviscolo assimilabile alla neve, senza riuscire a dare una spiegazione dettagliata a quanto rilevato.
Una delle ipotesi considerate più plausibili è che fossero proprio fiocchi di neve di dimensioni macroscopiche, i quali durante la caduta, impiegavano circa dieci minuti per un percorso di due chilometri.
La ricerca scientifica sulle origini di Marte è in continua evoluzione. Si incrociano dati e si evidenziano peculiarità, quel che è certo è che servirebbero parametri ulteriori per comprendere ancora meglio quale fosse l’aspetto di Marte milioni di anni fa.