Il preservativo è con tutta probabilità il contraccettivo più famoso e comune nei paesi occidentali. Tra le marche più note spiccano Durex e Control, che persino i non esperti del settore conoscono. L’azienda Karex, meno conosciuta delle altre due, ma che produce all’incirca 5,5 miliardi di preservativi all’anno ha lamentato un calo significativo delle vendite pari al 40%, dall’inizio dalla diffusione della pandemia. Tale calo e non è che l’apice di una discesa che era già iniziata da diversi anni nel settore, infatti, tra il 2017 ed il 2018 sono stati registrati tra il -3,4% e il -2,4% delle vendite annue in tutto il settore. Fa eccezione il 2019 in cui si è registrata una lieve crescita, pari all’1,9%. La domanda, allora, sorge spontanea: quali sono le cause della riduzione delle vendite di preservativi?
LA PANDEMIA
L’amministratore delegato della Karex imputa il calo drastico delle vendite di preservativi durante la pandemia alla riduzione dell’attività sessuale dovuta alla vita sociale ridotta, dei lockdown e delle restrizioni. Questa ipotesi viene confermata dal fatto che le vendite di preservativi sono riprese in parallelo col miglioramento della situazione pandemica, come ha confermato lo stesso amministratore delegato della Karex. Durante la pandemia, infatti, non solo ci sono stati molti meno incontri fisici, e di conseguenza meno neo-coppie, ma i partner non conviventi non hanno potuto incontrarsi fisicamente. I conviventi, invece, avendo una relazione più stabile e longeva preferiscono altre tipologie di contraccettivi, come l’anello anticoncezionale vaginale e la pillola anticoncezionale.
FATTORI SOCIO-CULTURALI
Oltre alla pandemia, ci sono state probabilmente delle concause al calo delle vendite. Da uno studio combinato dell’università dell’Indiana e l’istituto svedese Karolinska, pubblicato sul giornale medico JAMA Network Open, risulta che l’attività sessuale tra i giovani adulti è calata nel periodo tra il 2000 e il 2018. La percentuale di uomini sessualmente inattivi tra i 18 e i 24 anni è passata dal 18,9% nel periodo 2000-2002 al 30,9% nel periodo 2016-2018. Secondo lo studio, le cause sono una maturità mentale posticipata delle nuove generazioni e alternative di contraccezione, come l’anello anticoncezionale vaginale, la pillola del giorno dopo, la pillola anticoncezionale per donna e la cosiddetta pillola maschile.
CHI NON LAVORA NON FA L’AMORE
Dallo stesso studio combinato dell’università dell’Indiana e l’istituto svedese Karolinska, pubblicato sul giornale medico JAMA Network Open, inoltre, emerge che le persone senza lavoro, con lavoro part-time e con basso reddito hanno una probabilità maggiore di essere sessualmente inattive. Probabilmente questo è dovuto ai problemi economico-sociali e psicologici che devono affrontare le persone che vivono in condizioni lavorative precarie.
In conclusione, ci sono diverse possibili cause della riduzione delle vendite di preservativi e come accade sempre, più cause sono alla base di un fenomeno. Per quanto si possano compiere ricerche e utilizzare dati, non bisogna dimenticare che la mente umana è uno dei sistemi più complessi e poco conosciuti che esistano, quindi, ogni asserzione a riguardo deve essere presa con le pinze. Una cosa è certa, il preservativo non è solo un mezzo per prevenire gravidanze indesiderate, ma uno strumento che le persone hanno per prevenire la diffusione di malattie come l’AIDS, le epatiti B e C ed altre, tra cui quelle veneree.