Negli ultimi anni, le acque marine hanno subito un fenomeno preoccupante: l’aumento delle ondate di calore. Questi eventi hanno portato a un’esplosione demografica di creature gelatinose chiamate pyrosomi, che stanno avendo un impatto significativo sugli ecosistemi in cui vivono. Ma quali sono le conseguenze di questa proliferazione per gli altri abitanti del mare?
I pyrosomi sono organismi coloniali che di solito preferiscono acque più calde. Tuttavia, a seguito di ondate di calore marine nel nord-est dell’Oceano Pacifico, si è assistito a un aumento esponenziale della loro popolazione. Milioni di questi esseri sono stati avvistati lungo la costa occidentale degli Stati Uniti, in aree dove precedentemente non erano mai stati osservati.
I ricercatori hanno voluto comprendere gli effetti a livello di ecosistema causati dalle ondate di calore marine. Utilizzando modelli di reti alimentari, che stimano il flusso di energia e le relazioni alimentari tra gli organismi, hanno analizzato l’ecosistema della corrente della California settentrionale prima e dopo le ondate di calore.
I risultati dello studio indicano che i pyrosomi stanno assorbendo una grande quantità di energia disponibile, non solo perché si nutrono di plancton, sottraendo energia ad altri organismi che si alimentano di plancton, ma anche perché non sono preda di molti altri animali marini.
Questa situazione potrebbe avere ripercussioni sugli altri membri dell’ecosistema, in particolare su pesci e mammiferi marini. Gli autori dello studio suggeriscono che ciò potrebbe avere un impatto economico sulle attività di pesca e sugli sforzi per la conservazione delle specie in via di estinzione.
Per il momento, l’ecosistema sembra essere stabile. Tuttavia, se le condizioni dovessero cambiare, in particolare con la continuazione delle ondate di calore marine, i ricercatori sperano che i loro risultati possano contribuire a informare gli strumenti che saranno utilizzati per affrontare la situazione.
In conclusione, la proliferazione dei pyrosomi è un fenomeno che merita attenzione e monitoraggio, poiché le sue implicazioni per l’ecosistema marino sono ancora in gran parte sconosciute. La ricerca pubblicata su Nature Communications offre uno spunto importante per comprendere meglio questi cambiamenti e per sviluppare strategie di gestione efficaci.